Buonasera, scrivo per mio padre, operato quatto anni fa di ka al colon, terzo stadio a, ovvero un solo linfonodo coinvolto. Dopo i cicli di chemio, mio padre ha fatto sempre continui e regolari controlli che non hanno mai evidenziato nulla, fino all'anno scorso, quando da ecografia, è emersa una lesione ipoecogena, da tipizzare mediante tac. Mio padre ha effettuato anche un ecografia a contrasto che ha dato come responso probabile angioma.
Angioma confermato anche dalla tac con mdc che ha evidenziato un altro piccolo angioma; il primo di 13 millimetri e il secondo di 5. Tali angiomi, al successivo controllo con ecografia, sono diventati di 10 e 8 millimetri.(marzo). All'ultimo controllo invece, di ieri, l'eco parla di una sola lesione di 17,5 mm. Ecco il referto: si conferma nel quinto segmento lesione ipoecogena, già nota, con diametro massimo in crescita pari a 1,75 cm. L'ecografista, non ha specificato ulteriori approfondimenti ma possibile che un angioma (che detto da lui, non dovrebbe avere la tendenza all'accrescimento), sia aumentato di 5 millimetri in pochi mesi? e perché ha specificato "in crescita"? Visto che di solito qualche millimetro di differenza tra un eco e l'altra c'è. Ha dato per scontato che le misurazioni precedenti fossero giuste e idem la sua o ha capito che è in crescita da qualcosa d'altro? Il nostro medico di famiglia ci ha suggerito di chiarire con lui se si tratta di una effettiva crescita (come può stabilirlo?) o di una differente misurazione ma lui attualmente è in ferie e anche l'oncologa quindi siamo un po' in ansia. Aspettiamo risposta, grazie.
Gentile Signore, la storia oncologica di suo padre è ai limiti. Operato 4 anni fa di un cancro al colon con chirurgia e chemioterapia preventiva si trova in un periodo dove gli angiomi epatici sono frequenti per i danni della chemioterapia, ma contemporaneamente non si possono escludere le metastasi epatiche. Differenziare un angioma da una metastasi iniziale non è semplice. Si dovrebbe procedere ad ulteriori esami quali la TAC con mdc, oppure ad una PET per arrivare anche ad un ago aspirato che è una procedura invasiva non senza rischi.
L'alternativa è di utilizzare il fattore tempo in modo da effettuare controlli ecografici combinati ai markers e seguire l'evoluzione della lesione. Vigile attesa e paziente sotto stretta osservazione. I controlli non devono essere troppo ravvicinati in quanto minime variazioni come 5mm non sono significative. Certo che passare 4, 8,12 mesi sotto controlli continui può essere snervante e può succedere che quello che non si vuole avvenga. Il fattore psiche non è da dimenticare. Si consulti con chi ha stabilito il protocollo della chemioterapia per valutare i rischi di una diffusione metastatica. Non dimentichi però di non lasciare passare il tempo inutilmente ed affronti la situazione di suo padre acquisendo informazioni sul ruolo della Alimentazione nella Prevenzione del Cancro. Cordiali saluti