Lei ha ragione: quando si richiedono degli accertamenti strumentali (quindi ci si affida a "macchine" che danno risposte), bisogna avere ben presente cosa si va a cercare, altrimenti poi si rischia di entrare nello sconcerto. Una volta i medici cercavano di capire tutto semplicemente visitando i pazienti. Siccome le informazioni che ne derivavano erano frutto del ragionamento individuale, si sbagliava parecchio, però a volte ci "si prendeva". Così nacquero i miti sull'occhio clinico e sui "luminari" della medicina. Oggi abbiamo a disposizione apparecchi fantastici, che ci permettono di "sezionare" il paziente dal vivo. Però, ahimè, sta venendo proporzionalmente a mancare lo sforzo di ragionare su quello che si vede.
Mi sembra che questa tendenza sia un pò comune a tutta la società in cui viviamo: una volta pochi dotti potevano leggere a lume di candela, oggi tutti hanno a disposizione miliardi di informazioni. Eppure il livello di ignoranza media nella popolazione è forse addirittura cresciuto.
P.S.: ahimè, non mi ricordo di lei. Forse mi devo cercare un buon neurologo.
Saluti