Gentile signora,
come immagino Lei sappia, la villocentesi consiste in un prelievo bioptico di frammenti di tessuto coriale (leggi placentare), allo scopo di ottenere cellule fetali sulle quali eseguire indagini genetiche o biochimiche. L'ago utilizzato per effettuare tale pelievo deve penetrare all'interno del tessuto coriale e questo generalmente si fa con tecnica ecoguidata, e cioè sotto controllo ecografico, evitando di "pungere" il fetolino. A dirle la verità, non mi sembra possibile che la villocentesi abbia potuto determinare l'anomalia in questione.
Riguardo alla datazione ecografica, stando alle misure da Lei riferite, c'è qualcosa che non quadra: tra la prima e la seconda ecografia c'è un intervallo di più di un mese, mentre l'accrescimento embrionale è stato di appena una settimana. Non avrà sbagliato a riferirmi la seconda data? Magari si trattava dell'8 ottobre.
La crescita dell'embrione inizia dalla formazione dello zigote, cioè della prima cellula diploide (con corredo cromosomico completo), che risulta dalla fusione dei due gameti (spermatozoo e uovo) con corredo aploide (cioè con numero di cromosomi dimezzato). Ciò accade diverse ore dopo il rapporto sessuale, mentre il 13°-14° giorno cui Lei si riferisce è il presunto giorno dell'ovulazione in una donna che ha cicli regolari di 28 giorni. Dal momento del concepimento si calcola l'epoca concezionale, mentre l'epoca gestazionale, cui noi ci riferiamo nel corso della gravidanza, si calcola dal primo giorno dell'ultima mestruazione.
Risposta a cura del Dott. Francesco Guida U.O.S.C. Ginecologia e Ostetricia A.O.R.N. "A. Cardarelli" - Napoli