Gent. prof., scrivo x la mia sig.ra che mi è molto cara. di 70 anni, e in buona salute. Il titolo introduce al problema che si trascina da molti anni. nn so cosa fare, e leggendo molti interventi al forum ho visto che vi sono casi simili al mio ed anche peggiori. In sintesi fino a qlc anno fà lavoravo e lei era anche impegnata, i problemi si mischiavano con quelli contingenti e così sono andato avanti perdendo i contatti con amici e parenti, ovviamente. ora che sono in pensione la questione si propone in tutta la sua gravità.
Il medico di famiglia contattato x gli incubi notturni -unico sintomo da lei ammesso- consigliò il prozac, letto il bugiardino, e su intervento improvvido della farmacista, venne subito cestinato. a parte questo episodio lei rifiuta di ammettere il problema e quindi niente medici. Premetto che nei miei confronti nutre fiducia e tutto l'amore possibile, per cui tendo a nn esasperare gli scontri sui fenomeni allucinatori. La frequenza è molto variabile intensità e tipologia, e si traduce in pianti disperati e invettive fra se e se. nn vi sono fenomeni violenti verso nn, ne se stessa. anche nei momenti di calma lo stato persecutorio nei suoi confronti permane sempre, latente.
Le scrivo xchè o letto di un caso simile nel forum risolto da un marito, nei confronti della moglie, con l'introduzione -all'insaputa della stessa- di risperdal gocce anche in dosi minime 0'5 mg die. questo farmaco ho visto si prescrive anche ai bambini x lunghi periodi, senza contrindicazioni. posso provare? c'è un farmaco similare -sempre in gocce- meno invasivo? chiedo scusa x la lunghezza della domanda, e ringrazio anticipatamente x il consiglio che vorrà darmi.naturalmente gradirei una risposta in generale capisco l'impossibilità x un medico di fare prescrizioni specifiche.
Da quanto espone, pur con tutte le cautele del caso parrebbe trattarsi di un sindrome delirante con fenomeni allucinatori. Potrebbe esservi l'indicazione ad un pretrattamento con risperidone gocce a bassi dosaggi...0.5 mg potrebbero essere sufficienti. Dicevo pretrattamento volto al fine di ottenere compliance terapeutica. Mi permetto di consigliare un ulteriore intervento del medico di famiglia edotto del disturbo e quindi meglio in grado di orientarsi con il trattamento farmacologico. Non certo, direi un antidepressivo. Abbia fede e non tocchi la fiducia che la signora ripone in lei, probabilmente è ciò che le permette di stare in questo mondo condiviso in maniera abbastanza accettabile. Allez