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Esperto Risponde

Mi riferisco alla precedente risposta al quesito

Mi riferisco alla precedente risposta al quesito HH/1A45297. Effettivamente nell'ultimo ecocardio un peggioramento, anche se non sensibile, della Stenosi e dei parametri sembra esserci stato. Quanto ai fenomeni di vertigine non ce ne dovrebbero essere stati altri ma il cardiologo dubita che fossero dovuti a cause non collegabili al problema cardiaco. Il fenomeno più grave ci fu a gennaio 2004 con una sincope intervenuta dopo che mio padre si era piegato in avanti per raccogliere qualcosa da terra. Fu però attibuita ad un errore nella somministrazione, eccessiva, di Dilzene in quanto veniva da un ricovero ospedaliero per fibrillazione. Quanto al Ventricolo sinistro i parametri in mio possesso sono i seguenti: nel 2002 lieve ipertrofia parietale e normali indici di cinetica e Funzione sistolica Valori SIVd 13, SIVs 17, VSd 48, VSs 29, PPVSd 12, PPVSs 18. Pressochè identici nel 2003 e 2004. Nel 2005 si conferma ipertrofia parietale concentrica e i valori sono SIVd 16, SIVs 19, VSd 53, VSs 34, PPVSd 12, PPVSs 16. Sperando di avervi fornito dati utili, che ho tratto dagli ecocardio, fatti tutti presso la stessa struttura, resto in attesa di un ulteriore approfondimento della precedente risposta. Grazie
Risposta del medico
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Suo padre presenta una stenosi aortica calcifica severa: il problema è duplice in primo luogo si tratta di comprendere se si tratta di una foma asintomatica: se si esclude la sincope del 2004 sembrerebbe che così sia: sulle cause di questa sincope sarebbe però utile sapere di più: infatti nell’accurata documentazione da lei prodotta manca un riferimento ad un Holter ed eventualmente anche ad uno studio elettrofisiologico (presentando tra l’altro suo padre un blocco bifascicolare non è da escludere che vi possa essere l’indicazione all’impianto di un pacemaker). Il problema sulla sintomaticità sarebbe di natura secondaria se suo padre fosse più giovane: in questo caso l’intervento sarebbe indicato anche qualora la sintomaticità fosse in dubbio. Tuttavia a 85 anni dobbiamo chiederci a che cosa serve l’intervento: può servire a due cose: 1) a migliorare la qualità della vita 2) a prolungare la durata della vita stessa; a fronte di ciò dobbiamo mettere sul piatto della bilancia il rischio dell’intervento sia in termine di mortalità che di morbilità: per ciò che riguarda la qualità della vita, ho dei dubbi che al momento attuale l’intervento possa migliorarla, più facile al limite che la possa peggiorare almeno temporaneamente. In secondo luogo ragionando in termini puramente statistici suo padre ha poco da guadagnare in termini di aspettativa di vita, in quanto ha già raggiunto e superato i limiti di età media della popolazione: d’altronde, qualora superi brillantemente l’intervento esiste la possibilità per Lui come individuo di guadagnare anni di vita. In definitiva nel caso di suo padre e come parere personale, io attenderei un peggioramento sintomatologico per giustificare l’intervento.
Risposto il: 28 Marzo 2006