La valutazione della prognosi di una malattia è sempre una operazione assai complessa che richiede l’analisi di tutti i dati clinici disponibli, pertanto non può essere espletatta in questo limitato contesto. Tuttavia le condizioni critiche che riporta inducono a ritenere che è verosimile che la sua aspettativa di vita si misuri in mesi. Non crediamo poi che i medici curanti abbiano ridotto la terapia per una forma indiretta di eutanasia passiva. E’ probabile che abbiano ritenuto inutile sovraccaricare di farmaci un soggetto in considerazione delle scarse possibilità di successo e dei loro potenziali effetti negativi.