Mio padre, 73 enne, ebbe un infarto 20 anni fa. Cambiò da allora lo stile di vita: smise di fumare, orari più regolari, controllo della alimentazione,
Terapia a base di cardioaspirina e altiazen. Un mese addietro però, accusando dolori al torace, è stato ricoverato d'urgenza per un nuovo infarto. Dopo un periodo in terapia intensiva e di trombolitici è stato trasferito in corsia ma, accusando sintomi di angina, è stato sottoposto a coronarografia con intervento coronarico percutaneo e introduzione di uno stent. A 3 giorni dall'intervento si è verificato un nuovo e più leggero episodio anginoso ed è stato sottoposto d'urgenza a nuova coronarografia. La seconda coronarografia ha confermato il quadro clinico emerso dalla prima:
1) nella coronaria sx, sottoposta a PCI con stent, il
Sangue fluiva al 100% dimostrando perciò il successo dell'intervento; 2) nella coronaria dx, quella colpita dal vecchio infarto, veniva rilevata una buona rivascolarizzazione con afflusso del sangue (una sorta di by pass naturale, a parere del cardiologo); 3) nella terza coronaria una ostruzione al 40-45%, ma nel tratto finale e comunque tale da non suscitare preoccupazione (sempre a parere del cardiologo). Dopo le dimissioni, avvenute 10 giorni fa, si presentano però regolarmente, almeno uno ogni 2 giorni, episodi di leggera angina e di durata variabile (1-4 minuti ma anche 6-11 minuti).
Premesso che la sua attuale terapia consiste in altiazem, cardioapsirina, plavix, torvast, io vorrei sapere PERCHE' SI PRESENTANO TALI FENOMENI ANGINOSI SE LA SITUAZIONE CORONARICA E' BUONA e se è il caso di aggiungere altri farmaci (tipicamente nitrati) alla terapia, visto che ci siamo rivolti ad un secondo cardiologo che ci ha consigliato proprio questo (mentre il primo cardiologo ci ha consigliato il carvasin solo in caso di dolore e comunque per crisi anginose di durata superiore ai 10 minuti). Siamo in
Ansia, non sappiamo più che fare.