Gentile Signora,
per dare una risposta al suo quesito ho la necessità di conoscere con maggiore dettaglio la situazione: dove è localizzato il mioma (fondo dell'utero, corpo o istmo, parete posteriore, anteriore o laterale)? Quanto profondamente è indovato nella parete uterina (mioma peduncolato, sottosieroso, intramurale o sottomucoso)?
Visto che non ho sufficienti elementi per darle una risposta "personalizzata", mi limiterò a risponderle genericamente.
Riguardo al polipo esiste un'unica via per l'asportazione ed è quella isteroscopica: uno strumento viene introdotto nell'utero ed il polipo viene "affettato" ed asportato. Per un polipo di 3 cm è necessario effettuare una preparazione con un farmaco che consente di "assottigliare" l'endometrio (GnRHa), in modo da effettuare l'intervento in condizioni più agevoli. Tale farmaco, che richiede per agire un mese o poco più di tempo, determina anche una riduzione di volume del polipo, nonchè del mioma. La miomectomia può anche essere eseguita in laparoscopia, ma la difficoltà, i tempi di intervento ed il rischio di complicanze, per un mioma delle dimensioni che lei ha indicato, dipendono strettamente dalla localizzazione e dalle caratteristiche del mioma. Sicuramente l'intervento laparoscopico consente una riduzione del rischio di aderenze postoperatorie ed è quindi da preferirsi ai fini della conservazione della fertilità . I due interventi nella maggior parte dei casi possono essere eseguiti congiuntamente nella stessa seduta, per cui non saprei dirle per quale motivo le è stato consigliato di eseguirli separatamente: questo a mio avviso duplicherebbe solo inutilmente i rischi anestesiologgici senza alcun vantaggio in termini chirurgici.
Risposta a cura del Dott. Francesco Guida, Dirigente Medico U.O.C. Ginecologia ed Ostetricia, A.O.R.N. "A. Cardarelli" - Napoli