Buongiorno!
Sono una ragazza di 30 anni. Circa 3 anni fa ho accusato episodi di lombosciatalgia sx, trattata inizialmente con fisioterapia poi con terapia medica e cicli di cortisone e voltaren con lilimato miglioramento della sintomatologia. Dopo circa un anno i risultati della RM l-s documentano la presenza in L4-L5 di
"una voluminosa ernia discale sotto-legamentosa mediana paramediana sinistra, che impronta le recenti strutture sacco radicolari". Continuando i trattamenti fisioterapici ed osteopatici, la sciatalgia si mantiene altalenante per il restante anno seguente. Mi decido di sottopormi ad elettromiografia, la quale riporta "sofferenza radicolare L4-L5 sx cronica di grado lieve con sporadici segni di lesione walleriana recente in L5 sx ".
La terapia assegnatami con cortisone, voltaren ed ecubalin mostra prodigiosi miglioramenti. Dopo poco tempo però un ulteriore attacco di lombalgia acuta sx invaldante mi ha costretta a letto per alcuni giorni; dopo ulteriore ciclo cortisonico, di voltaren ecubalin mi sono rimessa in forze e ho ripetuto una nuova RM l-s. Essa ha confermato la "presenza della voluminosa ernia discale sottolegamentosa paramediana sx, che determina riduzione di ampiezza della sottostante porzione del canale vertebrale e che oblitera il recesso laterale di sx dislocando posteriormente le radici nervose della cauda".
A breve ripeterò l'elettromiografia e andrò a visita dal neurochirurgo. Volevo chiedere se:
1) il mio è un caso da operazione, oppure risolvibile con infiltrazioni di ozono o cmq terapie meno invasive non farmacologiche?
2)Essendo così giovane conviene operare?
Ringrazio per le cortesi risposte e consigli
Saluti
Va premesso che, piaccia o no, una risoluzione completa del quadro non può mai aversi, per il semplice fatto che il materiale erniato dall'interno del disco non può essere sostituito e quindi se ne sentirà la mancanza, sotto forma di lombalgia, moderata, spesso sopportabile e controllabile con FANS. Detto questo, l'intervento chirurgico è pur sempre un intervento, con una certa possibilità di complicazioni tra cui la temibile fibrosi cicatriziale. Pertanto conviene sempre iniziare con iniezioni di ozono, che non pregiudicano l'intervento successivo in caso di fallimento. Le iniezioni vanno praticate in maniera mirata (sotto scopia o al limite sotto TAC). Le iniezioni non mirate sono generalmente poco efficaci, anche se non dannose.