La ringrazio per "l'esimio": erano anni che non sentivo quest'aggettivo!
Tornando alle cose serie, non mi sembra, purtroppo che ci siano controversie sul suo stato di salute: il fatto che il collega non abbia voluto usare il termine "paraparesi" visto che le manca uno degli arti inferiori mi sembra una "pruderie" un pò bizantina (o cretina?). In effetti il termine "para" indica un coinvolgimento simmetrico di entrambi gli arti. Però la radice del disordine neurologico, che è il midollo spinale, è sicuramente bilaterale: in altri termini, se avesse l'altro arto, anch'esso sarebbe colpito da debolezza e spasticità (sinonimi di paresi spastica): ciò spiega perchè ha perso l'affidamento sul moncone protesizzato.
Si, ahimè, la deviazione assiale e le sollecitazioni abnormi sulla colonna vertebrale legate alla sua infermità iniziale hanno certamente provocato le condizioni d'insorgenza dei conflitti meccanici a carico del midollo spinale (osteofitosi, listesi, artropatia deformante delle vertebre, ect), da cui la paraparesi.
Il suo specialista è il neurochirurgo, al di là dei bizantinismi (o della cretineria?) di chi vuole giocare con le parole: non è certo con la pedissequa scelta terminologica che si guariscono i malati! Certo, stiamo proprio tornando al medioevo!
Saluti e auguri.