Caro Signor Claudio,
la paresi del nervo faciale, o VII nervo cranico è una delle patologie neurologiche più frequenti in natura. La stragrande maggioranza dei casi è un quadro transitorio, in genere si risolve pressoché completamente nell'arco di 3-4 mesi, di cui ancora nessuno ha capito bene l'esatto meccanismo: viene chiamata paresi "a frigore" perchè spesso compare il giorno dopo una "infreddatura del viso" (tipico il finestrino dell'auto o del treno mentre si è in corsa). Tutte le ricerche non fanno che mostrare un danno lieve, superficiale, a carico di un nervo che per natura è particolarmente esposto ad incidenti: di fatto percorre quasi tutto il suo tragitto dentro dei canali ossei e costeggia nel suo decorso molte zone esposte alle "intemperie" (orecchio medio, area parotidea). La ricerca attuale mostra una certa tendenza a sviluppare quest'inconveniente, molto probabilmente legata alla funzione del proprio sistema immunitario.
A lato di questa forma molto mite (l'autoguarigione è quasi la norma, a meno di complicanze) ci sono possibilità che la lesione del nervo faciale abbia altre cause: infezioni virali (l'herpes, soprattutto, ma non solo, una forma relativamente facile da contrarre è la malattia di Lyme da Borreliosi), malattie sistemiche dei nervi periferici ( la neuropatia diabetica è la più frequente), invasioni da parte di tumori, esiti di interventi chirurgici per altre malattie intracraniche (tipica è la paralisi del VII in esito ad asportazione di tumore dell'angolo ponto-cerebellare). Quindi, il consiglio è che la comparsa di una paresi del VII deve sempre giustificare un esame della base cranica (RM o TC) ed esami del sangue mirati a scoprire eventuali malattie infettive (una volta queste sindromi erano tipiche nelle "meningo-encefaliti della base", tubercolosi e/o sifilide), parainfettive o del metabolismo.
Se vengono escluse le malattie (più serie) suddette, la circostanza è molto benigna e la guarigione è praticamente la regola. In fase acuta viene dato sempre del cortisone ( per ridurre il "gonfiore" del nervo lesionato) e vitamine cosiddette neurotrofiche (il gruppo B e antiossidanti più o meno già sintetizzati dall'organismo): il buon senso dice che è meglio far poco che non far nulla. Nessuno ha mai dimostrato che senza queste terapie il deficit del faciale vada peggio o meglio. D'altronde, visto che si tratta di una terapia sostanzialmente innocua (se fatta a dosi ragionevoli e per un breve periodo di tempo), meglio non rischiare e fare tutto ciò che il sollecito medico di riferimento propone.