In effetti parto e anche la gravidanza stessa sono fattori di rischio di alterazioni della statica pelvica (per cui anche cistocele e uretrocele che porta ad incontinenza urinaria da sforzo). Ciononostante sono d'accordo con la sua ginecologa che non vuole procedere ad un taglio cesareo, in quando il rischio correlato all'intervento è superiore al rischio di peggioramento del cistocele. Per quanto riguarda l'indicazione all'intervento chirurgico, essa dipende fondamentalmente dalla sintomatologia del cistocele (se le da fastidio o le provoca problemi durante i rapporti, cistiti ricorrenti, problemi a svuotare completamente la vescica, sensazione di ingombro vulvare ecc. ecc.) e dallo stadio del prolasso. Personalmente Le consiglierei di effettuare la ginnastica perineale normalmente indicata per le ultime fasi della gravidanza, espletare il parto spontaneo e sottoporsi successivamente a cicli di riabilitazione del pavimento pelvico per almeno sei mesi. Dopo questi sei mesi, se persiste l'incontinenza da sforzo e se il cistocele è sintomatico, Le consiglio di rivolgersi ad un ginecologo od un urologo che si occupa di uroginecologia per valutare le diverse opzioni terapeutiche.