Vorrei ringraziare il dottor Giorgio de Bernardi per la risposta alla mia precedente domanda sull'esposizione all'amianto. Mi ha decisamente tranquillizzato! Io ho letto però anche (da fonti attendibili, ovvero il registro dei malati di Mesotelioma della regione Emilia Romagna) che una minima percentuale di chi si ammala di patologie correlate all'amianto non ricorda di essere mai entrato a contatto con questo materiale nella sua vita, il che fa pensare, e mi fa preoccupare dato questo episodio che ho vissuto e dato che ho vissuto per la maggior parte della mia vita in una zona rurale piena di fabbricati con tetti in amianto. Oltretutto ho scoperto in questi giorni che nelle vicinanza di dove lavoro ci sono diversi capannoni coi tetti in eternit e alcuni sono anche danneggiati! Io sto provvedendo a segnalarli tutti ma nel mentre ho il terrore (e infatti lotto coi miei colleghi per non aprire le finestre quando c'è vento) che qualcosa finisca nell'aria e a seguire nei nostri polmoni. Questo pensiero mi ossessiona.
Gentile Signora, la ringrazio per le parole di stima. Purtroppo l'amianto è pressoché ubiquitario a causa dell'uso protratto per decenni prima della conoscenza della sua pericolosità (coperture di eternit, ferodi dei freni delle autovetture, coibentazione di edifici e di impianti di riscaldamento, ecc). Ecco perché anche chi non ha lavorato con questo minerale può presentare patologie ad esso correlabili. Tuttavia questa evenienza è piuttosto rara. Attualmente non è possibile essere completamente protetti dall'esposizione alle fibre di amianto. Compito dei singoli, ma soprattutto della società civile, è quello di bonificare il più possibile l'ambiente. Con i più cordiali saluti.