Carissimo dottore, anzitutto auguroni per un felice Natale e grazie per la pazienza, cortesia e competenza che ha sempre dimostrato. Volevo parlarle della mia situazione di salute.
Ho iniziato un percorso di psicoterapia. Psicologo e psichiatra sostengono che i vari disturbi fisici che saltuariamente mi affliggono siano di natura psicosomatica. In questi 12 mesi quello più frequente - come disturbo psicosomatico - è stato il prurito, al punto che ho sempre pensato di avere un linfoma.
A dicembre 2015 ho fatto praticamente di tutto: mille analisi del sangue, ecografia linfonodi un pochino gonfi, rx torace e due visite ematologiche, tutto perfetto. Saltuariamente ricompare questo prurito, dura anche un mesetto e ha queste caratteristiche: mai insopportabile, talvolta basta sfiorare con un dito la zona interessata e passa, talvolta è più una sensazione di puntura, è migrante (prima piede, poi spalla, poi schiena, poi polsi, poi braccia ecc ecc), la notte riesco a dormire senza grossi problemi, ma non appena si avvicinano momenti potenzialmente felici della mia vita aumenta di intensità. È simile a pelle che punge, a volte ho la sensazione che si avverte quando abbiamo la sabbia addosso, altre volte devo grattarmi ma per pochi secondi.
L'ultima volta che andai dalla psicologa le dissi che mi sentivo molto meglio ed affrontammo argomenti assai delicati che hanno risvegliato una serie di ricordi negativi (quest'anno ho avuto 4 lutti a distanza ravvicinata e la fine di una relazione di 5 anni ad un passo dal matrimonio, senza dimenticare che per 20 anni ho subito violenza e minacce da un padre pessimo e che mia madre, da 12 anni allettata per problemi di salute, ha sofferto di crisi d'ansia con tendenza alla somatizzazione, prurito compreso, per 5 anni). Non appena dico che sto meglio, riecco il prurito.
Il medico di famiglia parla di somatizzazione ansiosa, al massimo di un problema derivante dal cambio di stagione e dal freddo, ricordandomi che quando gioco a calcio o mi distraggo non avverto quasi nulla, conferma che è di natura psicologica.
Chiedo a Lei, ripromettendomi di non disturbarLa più:
A livello medico non so distinguere la differenza tra prurito diffuso e migrante (immagino che quello diffuso colpisca contemporaneamente tutto il corpo, non che passi da una zona all'altra), ma mi creda, appena sento questi piccoli fastidi alla pelle penso sempre al peggio. La diagnosi è "prurito psicogeno dettato da tendenze ipocondriache e depressive". Anche l'ematologa, un anno fa, disse che mi serviva un percorso psicologico di diversi anni per uscire da questa situazione.
Lei crede che al 100% posso effettivamente stare tranquillo e continuare a lavorare sulla mia ansia o, dopo un anno, per tagliare la testa al toro devo andare a fare le analisi del sangue per farmi un Natale senza pensieri? La ringrazio. Aggiungo che, comunque, lavorativamente era ed è un periodo assai stressante.
Gentile utente, premetto che non sono un medico ma uno psicoterapeuta psicologo, pertanto non posso esprimermi sulle competenze in ambito medico. Posso però dirti che esiste una connessione tra emozioni e prurito, come da te stesso verificato. Ormai tutte le indagini mediche le hai fatte, ed essendo negative ti invito a non intestardirti sugli aspetti organici, ormai accertata la tua salute fisica, ma focalizzarti sull'elaborazione dei traumi che verosimilmente alimentano il disturbo attuale.
In merito mi sento di suggerirti una terapia specifica per i traumi, EMDR, oppure una psicoterapia ipnotica che sfrutta gli stessi canali psicosomatici attraverso i quali il sintomo si manifesta. Fidati e affidati a un terapeuta competente che sappia lavorare sul tuo problema in modo efficace. Resto a tua completa disposizione.