Salve dottore cortesemente volevo sapere ho un

Caro Signore, mi è piaciuta la sua espressione "vedere il dolore". In realtà, putroppo, il dolore non si vede, lo avverte solo chi ce l'ha. Ma in quest'espressione c'è tutta la difficoltà che il suo tipo di problema pone al paziente ed al medico: un dolore può talora essere espressione di "qualcosa che si è rotto", e allora è possibile "vedere il dolore". Per esempio se una radiografia, dopo un trauma, documenta la  frattura di un osso, la correlazione tra quello che si vede e i sintomi del paziente è relativamente facile. I dolori cronici spesso, ahimè, non offrono questa semplicità: nel suo caso hanno riscontrato un'ernia cervicale, ma poi bisogna vedere se questa è realmente connessa ai suoi sintomi; quello che infatti "manda ai pazzi" tutti i medici che si occupano di queste cose è proprio il fatto che spesso queste attribuzioni di "responsabilità" sono infondate. In parole semplici, capita che si operi un ernia sperando di risolvere il problema, ma poi il dolore persiste, anzi talora peggiora. La cosa più schifosa è che quando si verifica questo fallimento terapeutico molti medici tendano a insinuare che il motivo del dolore risiede nella psiche malata del paziente. Detto ciò, capisce pure perchè non posso essere molto più esaustivo con lei: per risponderle sensatamente dovrei disporre di informazioni così dettagliate, ma soprattutto così "sensibili" da non poter certo utilizzare questo portale.

Saluti