E’ probabile che la sua ragazza abbia un blocco atrioventricolare congenito ( da solo o associato a qualche altra anomalia cardiaca ) e che pertanto sia stato necessario intervenire in età neonatale, impiantando un pace-maker (PM). Poiché è possibile che il PM sia sempre in funzione ( = 24h/24h), una durata di 8 anni è più che accettabile. Dato che si cerca con svariati artifici, utilizzando le possibilità offerte dalla informatica, di ridurre il consumo energetico e quindi di aumentare la durata delle pile, è possibile che in futuro la vita media dei PM si allunghi. In genere le cardiopatie congenite e i blocchi non sono ereditari, per cui non ci dovrebbero essere problemi con i figli. La sostituzione di un PM si può ripetere più volte. Il problema è anche quello dell’ usura dei cateteri: in tal caso se ne devono impiantare dei nuovi, in genere lasciando in sede i vecchi. Se ci fossero problemi da un lato del corpo, si impianta il sistema di stimolazione dall’ altro lato. Quindi si possono fare ripetute sostituzioni nel corso della vita.