L’eccesso di peso corporeo, sebbene in un soggetto alto, può essere la causa delle alterazioni delle aminotransferasi da steatosi epatica non alcolica associata ad eccesso ponderale (il suo indice di massa corporea, BMI = 27.2, indica infatti eccesso ponderale, valori normali minori di 25). Nei pazienti sottoposti a terapia con remicade sono state descritte gravi reazioni epatiche, inclusa l’insufficienza epatica acuta, ittero, epatite e colestasi, sebbene raramente. In alcuni di questi casi è stata diagnosticata una epatite autoimmune. Reazioni epatiche gravi si verificano entro 2 settimane fino ad un anno dall’inizio della cura con remicade. Alcuni di questi casi sono stati fatali o hanno richiesto il trapianto epatico. Pertanto i pazienti con segni di danno epatico vanno valutati per insorgenza di segni di insufficienza epatica; se si nota ittero o marcato aumento dei valori delle aminotransferasi (alterazione maggiore di 5 volte i valori massimi normali) si devono effettuare approfondimenti per verificare eventuale presenza di danno epatico ed il farmaco dovrebbe essere sospeso. Come con altri farmaci immunosoppressivi, l’uso del remicade è stato associato a riattivazione dell’epatite B, in pazienti che sono portatori cronici di questo virus. Nei trials clinici, sono state osservate lievi o moderate alterazioni delle aminotransferasi in seguito all’assunzione di remicade senza progressione di danno epatico.