L’aumento dei valori di aminotransferasi durante la gravidanza è una condizione che può avere differente gravità. Nella maggior parte dei casi non rappresenta elemento di preoccupazione, ma va solo tenuta sotto controllo, monitorando i valori delle aminotransferasi. Altre volte, invece, può far parte di una sindrome più grave fino anche a rendere necessario dover anticipare il parto. Abitualmente le alterazioni epatiche in corso di gravidanza rientrano subito dopo il parto senza determinare alcuna conseguenza sul fegato e possono anche non ripresentarsi durante le successive gravidanze. Le malattie di fegato che si presentano in gravidanza possono essere classificate in due gruppi principali. Il primo include malattie che si manifestano unicamente in gravidanza e sono causate da essa. Il secondo gruppo comprende invece le malattie di fegato che sono preesistenti nella paziente incinta ed includono l'epatite cronica autoimmune, la malattia di Wilson, le epatiti croniche virali. Comunque è necessario indagare sulle possibili cause dell’aumento delle aminotransferasi (presenza di marcatori virali epatitici, etc.) e monitorare settimanalmente le aminotransferasi insieme ai tests epatici (bilirubinemia, tempo di protrombina, albuminemia, fosfatasi alcalina, GGT).