La valvola mitrale è una valvola che regola il passaggio di sangue tra atrio sinistro e ventricolo sinistro (da cui poi il sangue andrà in aorta e quindi a tutto l’organismo). Il prolasso della valvola mitrale è la forma più comune di patologia valvolare (il prolasso della valvola mitrale è presente nel 3-8% della popolazione generale). Il reperto è spesso di riscontro casuale. La valvola mitrale è costituita da due lembi, ciascuno diviso in 3 parti (denominate “scallop”). Con il termine di prolasso mitralico si indica la protrusione di porzioni più o meno ampie di uno o di entrambi i lembi valvolari in atrio sinistro. Tale alterazioni anatomica può accompagnarsi a una valvola funzionalmente normale (cioè la valvola funziona bene, come una valvola anatomicamente normale) oppure può accompagnarsi a diversi gradi di insufficienza valvolare (cioè la valvola funziona come una porta che non chiede bene: quando dovrebbe essere completamente chiusa rimane uno spiraglio più o meno grande e quindi una parte più o meno grande di sangue continua a passare attraverso la valvola quando non dovrebbe); il grado dell’insufficienza valvolare viene correttamente definito dall’ecocardiografia. L’insufficienza valvolare potrebbe instaurarsi nel tempo, ecco perché è importante eseguire controlli con ecocardiogramma nel corso degli anni. Ciò che quindi ci importa non è tanto l’alterazione anatomica, che ovviamente le rimarrà a vita, ma come la valvola funziona negli anni. L’alterazione anatomica in sé non richiede terapia specifica (se non la cosiddetta “profilassi dell’endocardite batterica”, cioè la necessità di prendere un antibiotico prima di procedure che potrebbero mettere transitoriamente germi in giro, ad esempio andare dal dentista, manovre ginecologiche, gastroscopie…: chieda al suo medico le indicazioni in merito e non la dimentichi). Importante è l’eventuale insorgenza di alterazioni funzionali (soprattutto insufficienza valvolare), che allora richiederà terapie specialistiche.
Per l’attività agonistica, è necessario che chieda al Medico Sportivo che deve farle le visite. In generale, però, tale alterazione non richiede sospensione.