La cardioversione elettrica endocavitaria (fattibile dopo un mese di anticoagulazione tra 2 e 3) serve a cercare di ripristinare un normale e regolare ritmo cardiaco: se sarà efficace il rischio di un ictus si ridurrà, ma non potrà mai essere uguale a zero. Alcuni farmaci, come antiaggreganti o statine, potrebbero ulteriormente ridurre questo rischio. In sé e per sé una cardioversione efficace dovrebbe comunque migliorare le condizioni di sua madre, e non vi sono prescrizioni specifiche per la deospedalizzazione.