Il centro di Pavia a cui fa riferimento è senz’altro uno dei più accreditati nel campo della sindrome che cita, pertanto immaginerei che già le abbiano risposto riguardo i dubbi che la assillano. Dal mio punto di vista, la informo che in base alle evidenze cliniche e le linee guida internazionali, il suo caso non rientrerebbe tra quelli per i quali è proposto l’impianto di un defibrillatore (in particolare l’assenza di sintomi, di familiarità per morte improvvisa, di anomalie ecg basali, di riscontro genetico, la pongono in una fascia a basso/bassissimo rischio di eventi aritmici gravi). La stessa elettrostimolazione non ha, nella sindrome di Brugada, un ruolo ben definito, per la variabilità delle risposte, la mancanza di protocolli standardizzati, la possibilità concreta di falsi positivi o falsi negativi. Quindi, nel suo caso sarei molto prudente nel suggerire l’impianto di un defibrillatore, che peraltro le procurerebbe sicuri problemi di idoneità al servizio che svolge.