Salve, sono un ragazzo di 25 anni peso 61 kg e sono alto 170 cm, sono stato sottoposto a un intervento di colecistectomia in laparoscopia il 25 ottobre 2016. Premetto che ho avuto una pericardite virale nel 2013 ma è stata curata in tempo e non mi ha dato problemi fin ora, oltre questo ho goduto sempre di ottima salute e non ho mai avuto disturbi.
Durante un ecografia di controllo è emerso che il rene dx aveva una dilatazione di I/II grado. Invece in una ecografia fatta 2 mesi prima non è stata rilevata nessuna dilatazione ai reni. Sotto la prescrizione del mio urologo mi sono sottoposto a tac con contrasto il 15/12/2016 con il seguente risultato: Idronefrosi di II grado al rene destro con dilatazione dei bacinetti e della pelvi sino al giunto pielo-ureterale; nella fase urografica il rene filtra il mezzo di contrasto che persiste nei gruppi calciceali e non procede nella via urinaria; il giunto e tutto l'uretere non sono visualizzati. I reperti descritti appaiono suggestivi per sindrome del giunto pielo-ureterale; utile valutazione clinico-specialistica. Rene sinistro di regolari dimensioni con valida filtrazione del mezzo di contrasto; regolare ed omogenea visualizzazione della via urinaria. Non immagini iperdense da riferire a litiasi in entrambi i reni. Fegato di regolare morfovulometria a densità omogenea, esente da lesioni focali. VBI e VBE non dilatate. Esiti di colecistectomia. Vena porta di regolare calibro, pervia. Non alterazioni di milza, pancreas, surreni e vescica. non versamento libero in addome ne significative linfoadeneopatie addomino-pelviche.
Il 21/12/2016 ho effettuato scintigrafia renale sequenziale con contrasto con il seguente esito: L'indagine scintigrafica sequenziale è stata eseguita dopo la somministrazione endovenosa del tracciante in proiezione posteriore con infusione di furosemide (2.4 mg e.v.) al 20'. Si documenta normale sede dei reni che presentano morfologia e dimensioni nei limiti. La concentrazione del radiofarmaco è bilateralmente pronta con accumulo finemente disomogeneo nel parenchima corticale. A destra si evidenzia modica stasi dell'urina marcata in sede calico-pielica che, dopo infusione di furosemide (0.4 mg/kg e.c. al 20') tende a risolversi seppur non completamente, nelle fasi tardive dello studio, come confermato dall'immagine statica post-minizionale. La fase di eliminazione documenta rallentato deflusso dell'urina marcata in vescica. Filtrato glomerulare GFR 110.91 (metodica di Gates ml/min 1.73 msq) Distribuzione della funzione: Rene Sinistro: 50% Rene Destro: 50% Totale: (v.n. 103+/- 33ml/min/1773msq).
Conclusioni: Funzionalità renale bilateralmente conservata. GFR nel range dei valori attesi per età e superficie corporea.
Dopo aver fatto visionare tutti i suddetti esami al mio urologo mi ha consigliato un andopielotomia laser dx + posizionamento di JJ ureterale. Vorrei sentire anche un vostro parere, se è il caso di operarmi. Premetto che a me sembra eccessivo ricorrere ad un intervento non avendo avuto mai disturbi perché ho sentito di persone che si sono sottoposte a questo intervento, che può causare infezioni renali e fastidi vari. Voi cosa ne pensate? è il caso di operarmi o no? e si tratta davvero di sindrome pielo-ureterale? Grazie in anticipo per la disponibilità
N.B: gli esami del sangue sono ottimi la creatinina è 0.94.
Gentile lettore, tutto quello che ci scrive appare "suggestivo per una sindrome del giunto pilo-ureterale". Detto questo poi sulla decisione finale di una correzione chirurgica o meglio di una "endopielotomia laser dx con posizionamento di doppio J ureterale" dobbiamo rimandarla purtroppo sempre al suo urologo di riferimento perché, da questa postazione, per noi è difficile darle un parere preciso e mirato senza per altro poter valutare la sua complessa situazione clinica in diretta. Il nostro consiglio ora è appunto di risentire in diretta sempre il suo urologo di fiducia e con lui rivalutare il suo problema anche alla luce dei suoi dubbi e delle sue perplessità. Un cordiale saluto.