Sintomi non collegabili a malattia del fegato
Egr.Dott., ho 37, maschio, e nell'aprile del 2005 mi è stata diagnosticata una epatite B acuta. dopo 20 gg di ricovero in ospedale il decorso della malattia ha avuto esito positivo, nel senso che è comparso l'anticorpo, e i valori delle transaminasi, che avevano raggiunto livelli abbastanza lati (2500 e 1600 ca.) sono tornati nella norma. I medici mi hanno rassicurato dicendomi che non c'è stata cronicizzazione e che il mio fegato sarebbe tornato normale. Nei mesi a seguire, fino a febbraio del 2006, per mia tranquillità, ho fatto costantemente dei controlli, anche riguardo a Hiv, ma tutto è risultato sempre nella norma, e ogni test hiv è risultato negativo. (l'ultimo fatto risale a febbraio 2006). Quello che però ho notato è che talvolta ho gonfiore nella parte alta dell'addome, lato destro, leggera difficoltà digestiva e diarrea che si manifesta con una frequenza maggiore rispetto al passato, con gorgoglii intestinali più o meno intensi. Ho fatto presente il mio problema al medico di base il quale mi ha detto di non preoccuparmi. Ho comunque richiesto proprio ieri 14 marzo nuovi controlli, ( transaminasi, got gpt, ematocrico, colesterolo, glicemia, uricemia) analisi generiche. Lo stesso medico di base, dopo una breve palpazione dell'addome mi ha fatto capire di aver notato un fegato un pò ingrossato ripetto all'ultimo controllo che mi aveva fatto. Volevo sapere, se possibile, se è il caso che mi preoccupi di questi sintomi (gonfiore, gorgoglii, diarrea). Volevo soprattutto capire se è vero che posso stare tranquillo e credere che il mio fegato non ha subito gravi danni dall'epatite, e se questi gonfiori e problemi intestinali sono legati ad una sofferenza epatica causata da particolari alimenti o a possibili patologie che forse sarebbe il caso di prendere in considerazioni con delle indagini più mirate. La saluto cordialemente, sperando di essere stato chiaro nell'esporre il mio problema.