Esiste un adattamento cardiaco allo sforzo che avviene con modalità diverse a seconda della attività sportiva; tuttavia la funzione ventricolare si mantiene inalterata o comunque non si discosta molto dai valori normali. Quello che lei mi descrive è invece il quadro di una cardiomiopatia dilatativa tipica. E' vero che la terapia con cortisone può aver determinato un ulteriore sovraccarico di liquidi che ha peggiorato il quadro clinico dello scompenso cardiaco ed è altrettanto vero che la terapia con Lasix, riducendo il lavoro cardiaco, migliori la sua tolleranza allo sforzo. Sarebbe interessante sapere se lei ha fatto uso di sostanze anabolizzanti durante la sua carriera di atleta agonista, ma è soprattutto necessario che lei sospenda almeno per tre mesi anche l’allenamento per verificare se in questo lasso di tempo vi può essere un processo di rimodellamento inverso, cioè se le dimensioni del cuore e la insufficienza mitralica diminuiscono e gli indici di funzione migliorano.