Effettivamente sembra che l'adefovir (od attualmente il farmaco recentemente introdotto entecavir) potrebbe essere la terapia di prima linea in questi casi. infatti la lamivudina potrebbe indurre mutazioni e, se non viene riconosciuto lo stato di avvenuta resistenza, un peggioramento della malattia con esiti seri. Il nostro parere in proposito è che la terapia che le è stata data non è scorretta in quanto c'è sempre la possibilità di intervenire nel correggere eventuali insorgenze di mutazioni, cioè lamivudina + adefovir all'occorrenza. Ripetere l'esame quantitativo dell'HBVDNA ogni 3 mesi è sufficiente.