Gentile signora,
la medicina purtroppo non è una scienza esatta e le regole generali devono di volta in volta essere individualizzate.
Sono però convinto che si debba spiegare il perché delle scelte prospettate ai nostri pazienti proprio per non generare confusione o apprensione.
Suo marito è purtroppo affetto da una neoplasia della prostata che ha mostrato una recidiva biochimica (cioè una ripresa di malattia a livello cellulare) dopo intervento di prostatectomia radicale.
E' questa la sua malattia, non il PSA che è solo un indicatore dell'attività biologica del tumore stesso.
Una volta stabilito questo sarà facile capire come la tempistica dei controlli dipenda dall'andamento nel tempo.
Un PSA stabilmente inferiore a 0.2 ng/ml può essere controllato anche semestralmente senza che questo debba generare ansia nel paziente e nei suoi familiari.
Diversamente, per un PSA instabile o in incremento sono a mio avviso indicati controlli più frequenti per poter prendere delle decisioni in merito all'efficacia ed ad una eventuale variazione della terapia.
Cordiali saluti.