trombosi venosa cerebrale e causa di servizio
Lo scrivente, poco più che trentenne, coniugato, militare e da dodici anni in servizio nelle FF.AA. dello Stato, dallo scorso settembre si trova collocato in aspettativa per gravi motivi di salute.A seguito di due importanti quanto mai anomali casi di emicrania lancinante, nello scorso anno, era costretto ad effettuare dei controlli a seguito dei quali veniva ricoverato d'urgenza nella terapia intensiva della "Stroke Unit" del Dipartimento di Neurologia, presso uno degli ospedali della Capitale, con diagnosi di "TROMBOSI VENOSA CEREBRALE, CON IPEROMOCISTEINEMIA, IN SOGGETTO CON EMICRANIA SENZ'AURA - MUTAZIONE GENETICA IN OMOZIGOSI", per la quale si trova tutt'ora in trattamento terapeutico.Dal parere di alcuni medici legali e da quello espresso anche dal personale medico che ha seguito il sottoscritto durante il ricovero e nelle successive cure, la patologia contratta dal sottoscritto, in soggetti come lo scrivente aventi predisposizione genetica, può essere favorita o scatenata da fattori stressogeni e psico-fisici, legati all'alimentazione, alla disidratazione e ad abitudini e stili di vita in genere.Ciò posto, la mia domanda è la seguente:L'alimentazione non sempre adeguata e le difficili condizioni di igiene subite durante i periodi di vita in Caserma, le condizioni temporali e climatiche a cui si è esposti per motivi di servizio, nonché l'esposizione a disidratazione, sbalzi di orari, lavoro straordinario e turni di dormi-veglia ripetuti negli anni e non ultimo il costante ed estenuante pendolarismo a cui ormai da anni è costretto il sottoscritto (quotidianamente dalla provincia di Roma, ove risiede con la propria moglie, e Napoli, sua sede di sevizio) per raggiungere da casa il posto di lavoro, e viceversa, possono essere correlati alla manifestazione della patologia stessa ed usati come valida argomentazione per intentare una eventuale causa di servizio?Attendendo fiducioso un vostro riscontro in merito, porgo i miei più sentiti e distinti saluti.