La prognosi dell’epatocarcinoma avanzato rimane assai scarsa, particolarmente nei pazienti con trombosi neoplastica nella vena Porta (TNVP). HCC viene suddiviso in 4 stadi clinici: precoce, avanzato, invasivo-metastatico e terminale, ai quali corrispondono diverse durate di sopravvivenza ed approcci terapeutici. I cosiddetti trattamenti radicali sono utilizzabili solo nella fase di HCC precoce. Se il paziente è trapiantabile (tumore precoce ed età inferiore a 60 anni), questa costituisce l’opzione migliore. Se il paziente non è trapiantabile e non vi sono controindicazioni alla chirurgia (per esempio bilirubina,
ipertensione portale, sede del tumore), il paziente viene inviato al chirurgo per la resezione. Negli altri casi il paziente viene trattato con PEI o RF (gli studi in corso definiranno quale è più efficace nella maggioranza dei casi e in quali casi optare selettivamente per l’una o per l’altra). Per le neoplasie superiori a 3-5 cm, la terapia di associazione TACE + PEI o RF può essere la scelta migliore. Nei casi di HCC avanzato o invasivo non vi sono linee guida definibili: ogni caso deve essere valutato individualmente e vari approcci sono utilizzabili su base empirica, o in studi sperimentali controllati.
La sopravvivenza mediana in pazienti con HCC avanzato e trombosi portale è in linea generale assai scarsa, in genere varia tra 2.1 e 8 mesi, dipendendo da vari fattori, tra i quali i più importanti sono il valore della bilirubina (>2 mg/dl), il tempo di protrombina (180 µg/l), la massa tumorale >50%, e l'ingrandimento dei linfonodi. Un recente modello prognostico ha identificato 3 stadi di malattia con differenti durate di sopravvivenza: stadio 1, 15.2 mesi; stadio 2, 7.2 mesi; stadio 3, 2,6 mesi. Considerando invece la classificazione di Okuda si hanno le seguenti sopravvivenze mediane per HCC avanzati non trattabili: stadio I (11.5) stadio 2 (2,6) e stadio 3 (0,7 mesi).