Il significato della parola antibiotico vuol dire letteralmente "contro la vita". Esso è infatti un farmaco capace di "uccidere" i batteri in modo selettivo ed è per questo motivo impiegato nel trattamento delle infezioni provocate da batteri per rallentare e fermare la proliferazione degli stessi. Esistono diversi tipi di antibiotico, ciascuno con un modo diverso di agire, in quanto i batteri tendono a sviluppare resistenza nei confronti di questi farmaci, diventandone insensibili. Per questo motivo è possibile suddividere l'antibiotico in due tipi: batteriostatici (bloccano la riproduzione del batterio) e in battericidi (eliminano il microrganismo).
Gli antibiotici sono di origine naturale e si sviluppano dal metabolismo di muffe o miceti e da determinati batteri detti streptomiceti. Essendo questa una categoria farmaceutica in costante espansione ed evoluzione, gli antibiotici naturali presentano anche molecole chimicamente modificate che permettono di ottenere nuovi farmaci definiti semisintesi.
Antibiotico: cenni e origini
Il primo antibiotico fu scoperto dallo scienziato e microbiologo inglese Alexander Fleming: la penicillina. Scoperta che avvenne per puro caso, come potrete leggere dal nostro focus. La muffa che aveva sterminato una coltura di batteri fu identificata dall'inglese come appartenente al genere "Penicillium notatum". La scoperta non suscitò grande clamore all'epoca poiché la peniccilina riusciva solo a "stordire" i batteri prima che il sistema immunitario organizzasse una difesa adatta a distruggerli.
Nel 1945 Fleming vinse il premio Nobel assieme ai collaboratori Chain e Florey. Una curiosità che forse non è nota ai più è che la comunità scientifica internazionale attribuisce la scoperta dell'antibiotico già al medico molisano Vincenzo Tiberio. Questi scoprì il potere antibatterico delle muffe già nel 1895, la citata impresa è raccolta e documentata anche nel lungometraggio dedicato al medico italiano "Vincenzo Tiberio, l'uomo che scoprì gli antibiotici" per la regia di Rossi Massimi.
Categorie di antibiotico
È possibile distinguere gli antibiotici sulla base del loro bersaglio biologico ovvero sulla capacità che essi hanno di:
- disgregare la struttura lipidica della parete cellulare;
- inibire la sintesi di acidi nucleici;
- inibire la sintesi della parete cellulare;
- inibire la sintesi proteica;
Antibiotico batteriostatico: di cosa si tratta?
Un agente batteriostatico è un antibiotico che inibisce o limita la replicazione batterica senza però uccidere il micro-ogranismo. Vengono utilizzati per limitare le infezioni batteriche, ma non per eliminarli: quest'ultima operazione va effettuata dal sistema immunitario dell'ospite.
Tra gli antimicrobici batteriostatici troviamo:
- tetracicline;
- lincosamidi;
- sulfamidici;
- trimetoprim;
- cloramfenicolo;
- macrolidi;
Antibiotico battericida: le sue caratteristiche
Indica una sostanza antimicrobica (antibiotico, disinfettante, antisettico) capace di uccidere i batteri ai quali viene applicato. A differenze delle batteriostatiche quindi che non provocano la morte, ma limitano la crescita batterica, l'antibiotico battericida provvede all'eliminazione del batterio.
Vi sono differenti sostanze battericide, la loro tossicità le rende più o meno compatibile al loro uso sugli esseri viventi. Essi sono:
- Composti contenenti cloro;
- Ossigeno attivo (perossidi);
- Ossidanti forti quali l'ozono e i permanganati;
- Composti contenenti iodio;
- Sostanze fenoliche;
- Alcooli concentrati;
- Surfattanti cationici;
- Metalli pesanti e i loro sali;