Il grosso intestino è caratterizzato da una propria attività motoria, regolata da complessi meccanismi neuro-endocrini: un pasto, una forte emozione o un altro stimolo proveniente dal sistema nervoso bastano infatti ad attivare la reazione motoria del colon (che prende il nome di “riflesso gastrocolico”) e tutti i movimenti del grosso intestino. Per comodità di descrizione, possiamo distinguere il movimento intestinale in due tipi: segmentante e propulsivo. Il primo movimento è più frequente, mentre il secondo è più intervallato; entrambi agiscono per spostare il contenuto intestinale. Quando le feci giungono poi all'ampolla rettale, lo sfintere anale interno si apre, in attesa del successivo rilasciamento (volontario) dello sfintere esterno, che comanda la defecazione. Stress fisici o psichici possono alterare questi movimenti dell'intestino, aumentandoli o diminuendoli. Un disturbo tipico della motilità intestinale è la SII: i pazienti che ne soffrono avvertono bisogno immediato di defecare subito dopo aver finito di mangiare.
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