Esiste una correlazione tra le discromie e l'invecchiamento cutaneo?
Certamente, durante i processi di invecchiamento si assiste ad un rallentamento del ricambio cellulare; ciò può portare, a livello cutaneo, ad un accumulo di melanina negli strati più superficiali dell'epidermide. Tale accumulo di pigmento si manifesta con la presenza di macchie brunastre, variabili nelle dimensioni da pochi mm a qualche cm, di solito multiple e con una certa predilezione per le zone scoperte. Il quadro descritto compare di solito dopo i 40 anni ed è definito lentigo senile.
Esposizione al sole e discromie, qual è il comportamento più adatto?
L'esposizione al sole può determinare la formazione di diversi tipi di discromie, soprattutto iperpigmentazioni, che possono essere dovute ad un aumentato numero di melanociti oppure ad un incremento nella produzione di melanina. Anche le fonti artificiali di radiazioni ultraviolette ne possono determinare la comparsa. Per tale motivo è sconsigliata l'esposizione eccessiva e prolungata ai raggi solari nonché l'uso eccessivo di “lettini abbronzanti”. L'utilizzo di una buona fotoprotezione in crema da utilizzare non solo durante l'estate ma da protrarsi anche durante i mesi invernali è senz'altro la base di partenza per contrastare la formazione delle antiestetiche macchie, in special modo se si assumono terapie farmacologiche come gli estro-progestinici. Un'adeguata detersione e l'utilizzo di prodotti cosmetici domiciliari in grado di ridurre gli effetti dannosi provocati dal sole faranno il resto, mi riferisco a preparati contenenti antiossidanti, esfolianti e depigmentanti.
In che modo i prodotti cosmetico-dermatologici agiscono sulle discromie cutanee?
La problematica delle macchie cutanee è sempre stata molto avvertita fin dall'antichità e da sempre sono stati utilizzati in maniera empirica preparati di cui oggi conosciamo i meccanismi d'azione. Si tratta di preparati per uso topico, in forma di creme, maschere, sieri, che, se utilizzati con costanza, possono portare a buoni risultati. Per impostare un'adeguata terapia, dobbiamo innanzitutto saper riconoscere il tipo di discromia, compito questo che spetta senza dubbio al dermatologo, il quale, anche in base alle caratteristiche cutanee del paziente saprà consigliare il trattamento più idoneo.
Purtroppo non tutte le macchie possono essere trattate con il laser, è dunque necessario avvalersi di preparazioni topiche in grado di “frenare” la sintesi di melanina, agendo in primo luogo sull'enzima tirosinasi responsabile della sua formazione. Abbiamo attualmente a disposizione molti prodotti contenenti sostanze con queste caratteristiche come la vitamina C, l'acido azelaico, il resorcinolo.
Uno studio presentato all'ultimo Congresso della Società Europea di Dermatologia EADV, che si è tenuto lo scorso settembre, ha messo a confronto l'efficacia di alcuni tra i principali inibitori della tirosinasi. Lo studio, condotto su arbutina, idrochinone, acido cogico e 4-butilresorcinolo, ha fornito dei risultati circa l'efficacia In vitro del b-resorcinolo, che risulta addirittura doppia rispetto all'idrochinone, presentandolo dunque come il più potente inibitore della tirosinasi. In vivo l'efficacia del b-resorcinolo è confermata ed è stata dimostrata una sensibile riduzione della lentigo senile in 8 settimane di trattamento. Tali risultati sono particolarmente interessanti poiché presentano la novità della molecola che, molto ben tollerata, potrebbe presentarsi come un valido strumento nel trattamento domiciliare delle discromie.
Un suo uso quotidiano costante si rivelerà sicuramente utile nella prevenzione delle macchie, fornendo inoltre alla pelle un colorito più compatto ed evitando fastidiosi effetti collaterali, quali secchezza o eritemi.
Con il grant educazionale di Eucerin