Le macchie cutanee presentano cause, meccanismi patogenetici e trattamenti differenti. La Dott.ssa Gloria Roveda, Specialista in Dermatologia e Venereologia, risponde alle domande sulle macchie cutanee e su come prevenirle.
Macchie cutanee: quali sono le cause?
Le macchie cutanee sono la conseguenza di una eccessiva produzione di melanina. La Melanina è il Pigmento che viene prodotto dai melanociti, cellule dendritiche che risiedono nello strato basale dell'epidermide, che determina, in condizioni normali, il colorito della pelle.
I raggi solari, in particolare i raggi ultravioletti UVA e UVB sono in grado, penetrando nella pelle, di modificare la pigmentazione basale di ogni individuo dando la cosiddetta “abbronzatura” che varia di intensità a seconda del fototipo cutaneo. Il fototipo cutaneo si stabilisce in base al colore della cute, dei capelli e degli occhi. Nella razza europea sono presenti i primi quattro fototipi dei sei classificati: essi presentano caratteristiche che variano gradatamente dal fototipo 1 (soggetti con capelli rossi o biondi, pelle ed occhi chiari ed efelidi che non si abbronzano ma si scottano con l'esposizione solare) al fototipo 4 (soggetti con pelle olivastra, occhi e capelli marroni o neri, che si abbronzano facilmente ed intensamente senza scottarsi).
L'abbronzatura è in realtà il modo con cui la nostra pelle si difende dai danni che i raggi ultravioletti possono provocare a livello del patrimonio genetico delle cellule, il DNA: questo avviene attraverso un aumento della produzione di melanina da parte dei melanociti ed il suo trasferimento alle cellule degli strati cutanei (cheratinociti) per proteggere il nucleo (DNA) dalle radiazioni dannose. Terminata l'esposizione al sole la pelle torna gradualmente al colore di partenza perché, in assenza di stimolo solare, i melanociti riducono la produzione di melanina e quella già prodotta lentamente viene degradata ed eliminata.
Con l'invecchiamento cutaneo o in seguito alla presenza di fattori esogeni (eccessiva o cronica esposizione U.V., assunzione o applicazione cutanea di farmaci fotosensibilizzanti o fototossici o di profumi) o fattori endogeni (alterazioni ormonali, metaboliche, genetiche) questo meccanismo si può alterare causando un'eccessiva produzione e/o modificazione della melanina, o un aumento del numero dei melanociti stessi, causando a livello cutaneo differenti manifestazioni cliniche, che vengono abitualmente chiamate “macchie cutanee” ma che in realtà presentano cause, meccanismi patogenetici e trattamenti differenti.
Tipologie di macchie cutanee e rispettive cause
- Il Melasma detto anche cloasma è un disturbo estetico causato dalla eccessiva produzione e deposito di melanina nella cute. La vera causa del Melasma è sconosciuta. Si pensa che gli ormoni sessuali (estrogeni) provochino nella Cute una eccessiva produzione di melanina dopo l' esposizione alla luce solare o delle lampade abbronzanti (lampade UV). Il Melasma infatti insorge frequentemente con una gravidanza o con l'utilizzo della pillola contraccettiva. Anche l'uso di cosmetici o di profumi e di determinati farmaci può indurre un Melasma. Secondo altri autori la vera causa del Melasma è lo stress (teoria psicosomatica). Infatti il Melasma può cominciare con un periodo di stress psichico e terminare con esso. In questo caso ad indurre la pigmentazione anomala del volto sarebbero in causa sostanze ad azione ormonale (endorfine, encefaline) liberate dal cervello. A volte lo si osserva al di fuori di queste presunte cause scatenati. Si manifesta con macchie brune, a forma irregolare a volte con disegno tipo carta geografica, al viso bilateralmente in particolare alla fronte, alle guance, al labbro superiore, al mento o alle porzioni laterali ed inferiori del volto. Più raramente al collo ed agli arti superiori.
In gravidanza può comparire anche a livello delle areole mammarie, della linea alba addominale, delle cicatrici e delle mucose genitali ma spesso regredisce spontaneamente alcuni mesi dopo il parto o l'allattamento. Generalmente il Melasma colpisce più frequentemente le donne tra i 30-40 anni con fototipo scuro (3 e 4).
L'esposizione solare rimane il principale fattore scatenate infatti il Melasma durante i mesi invernali è poco visibile ma già in primavera, alle prime esposizioni solari si ripresenta risultando maggiormente evidente dopo l'estate quando la pelle normale si schiarisce mentre quella affetta da Melasma no, accentuandolo. Nel trattamento del Melasma fondamentale è la prevenzione, attraverso l'eliminazione dei possibili fattori scatenanti o esacerbanti (farmaci, cosmetici, profumi) e soprattutto dell'esposizione ai raggi U.V. attraverso l'uso creme foto protettive (anti-UVA) tutto l'anno e con una particolare attenzione nel periodo soleggiato (anti UVA e UVB). - Le efelidi sono piccole macchie di colorito bruno-chiaro ocra che si riscontrano frequentemente nei soggetti di fototipo 1 (capelli rossi ed occhi azzurri), al volto e nelle zone scoperte. Sono trasmesse geneticamente e compaiono fin dall'infanzia aumentando con l'età e si accentuano con l'esposizione solare. Sono dovute ad una ipermelaninosi epidermica. Sono una manifestazione fisiologica, che va distinta dalle lentiggini.
- Le lentiggini o lentigo sono macule iperpigmentate più scure, brune o nere, di varie dimensioni di forma rotondeggiante e regolare che si modificano poco con l'esposizione solare, che si manifestano in genere più tardivamente in età adulta, o più precocemente in seguito a scottature solari frequenti al volto e spalle (lentigo solari o attiniche) anche in modo eruttivo.
- Le lentigo senili sono frequenti nei soggetti di età avanzata al volto ed al dorso delle mani. Le lentigo sono dovute ad un aumento del numero dei melanociti e della melanina (macromelanosomi). Anche in questo caso il meccanismo patogenetico è poco conosciuto ma l'elioesposizione cronica ha sicuramente un ruolo determinante.
- Mentre bisogna distinguere la Lentigo Maligna che rappresenta in realtà una tipologia di Melanoma che si differenzia dalle altre forme di macchie benigne per la presenza di segni atipici. La Lentigo maligna si presenta sotto forma di una macchia marrone-brunastra, con pigmentazione disomogenea che si espande in modo irregolare sulla pelle. Si localizza prevalentemente al capo, presentando un' evoluzione lenta negli anni. In questo caso il trattamento della lesione è chirurgico di asportazione per l'esame istologico.
- Le ipercromie post infiammatorie sono esiti cutanei pigmentati di precedenti lesioni infiammatorie cutanee (acne, dermatosi infettive, dermatosi pruriginose tipo lichen ruber planus, punture d’insetto) ma possono insorgere anche dopo trattamenti cutanei troppo aggressivi che causano un infiammazione cutanea (peeling, laser, interventi chirurgici) favorite dalla successiva esposizione solare. In genere non vi è un interessamento primitivo del melanocita ma un incontinenza del pigmento post infiammatoria. Sono molto più frequenti nei fototipi scuri e nei pazienti con pelle nera.
- Le cheratosi invece vanno distinte in cheratosi seborroiche e cheratosi attiniche. Le cheratosi seborroiche sono lesioni benigne, frequenti, spesso multiple che insorgono verso i 50 anni al volto ma anche tronco e pieghe. All'esordio si presentano come piccole formazioni appena rilevate di color giallo bruno poi con il tempo tendono a rilevarsi ingrandirsi e diventare più scure ricoprendosi di squamo-croste untuose poco aderenti. Sono ben definite e sembrano semplicemente appoggiate sulla pelle senza infiltrarla. L'eziologia non è conosciuta ma esiste una predisposizione genetica e famigliare. Mentre le cheratosi attiniche sono lesioni un tempo definite precancerose, oggi considerate dei carcinomi squamocellulari in situ, che insorgono frequentemente nelle aree fotoesposte in soggetti di carnagione chiara in seguito ad una fotoesposizione cronica. Generalmente non sono pigmentate (tranne nella variabile pigmentata) ma di colorito eritemato giallastro grigiastro, di aspetto ruvido, verrucoso, duro ed aderente. Il trattamento demolitivo (crioterapia, curetage, diatermocoaugulazione, 5 fluro uracile..) è necessario per prevenire la trasformazione in carcinomi squamocellulari infiltranti.
Macchie cutanee, rimedi e trattamenti
La prima cosa da fare per contrastare efficacemente le macchie cutanee è visita dermatologica: lo specialista, dopo un attento esame clinico delle lesioni, dovrà individuare la profondità della disposizione del pigmento, in quanto ciò costituisce la base per impostare la terapia più idonea alla sua eventuale rimozione. La scelta del trattamento verrà valutata dallo specialista, in base alla profondità del pigmento della macchia ed alle caratteristiche individuali del paziente (colorito della pelle, dei capelli, comparsa di eritemi e predisposizione ad abbronzarsi) tenendo presente che i fototipi più alti (III e IV), cioè con pelle più scura, sono maggiormente a rischio di peggioramento delle lesioni in seguito a trattamenti troppo aggressivi.
Oggi abbiamo diverse soluzioni per schiarire le macchie della pelle. La terapia topica con creme a base di sostanze depigmentanti costituisce un trattamento efficace, in grado di garantire un buon risultato se applicate con costanza. Il peeling chimico invece è un trattamento che consiste nell'applicazione di una o più sostanze chimiche (acido glicolico, acido salicilico e acido retinoico ecc.) che progressivamente schiariscono la lesione attraverso un'esfoliazione più o meno marcata degli strati superficiali della pelle con stimolazione anche della componente dermica e un miglioramento generale della cute. La crioterapia utilizza azoto liquido o protossido di azoto a temperature bassissime per creare un danno epidermico a livello della lesione provocando la formazione di bolle che dopo alcuni giorni vengono eliminate portando via anche la macchia. In questo caso però vi può essere il rischio di esiti ipo-/ iper-pigmentari. La diatermocoagulazione a radiofrequenza è uno strumento elettrico che emana microonde ad alta frequenza, capaci di bruciare la pelle. Quando viene trattata la lesione, la parte superficiale della cute viene eliminata e con essa anche la macchia. Abbiamo poi la terapia laser, sicuramente più selettiva, il cui bersaglio è il pigmento melanina. È un trattamento indicato in tutte le ipermelanosi epidermiche con minor rischio di esiti post-trattamento. La luce pulsata si differenzia dalla luce laser, poiché si tratta di una luce non coerente con lunghezza d’onda variabile tra 515 a 1200 nm, quindi adattabile al bersaglio. Il trattamento richiede comunque sedute multiple. Anche con i trattamenti laser e di luce pulsata è possibile il rischio di esiti ipo-/ iper-pigmentari.
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