Le Protesi per il seno di tipo Pip utilizzano un silicone di tipo industriale. Intervista al Dott. Alfredo Borriello, direttore dell'Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Pellegrini di Napoli.
Come mai le protesi Pip sono considerate così pericolose?
Le protesi Pip non sono così pericolose come è stato detto attraverso i mezzi di informazione e non lo sostengo io ma il Ministero della Salute il quale ha informato che queste protesi non determinano nessun tipo di cancro alla Mammella o alterazione alla mammella, c'è solo la possibilità che siano più fragili rispetto ad altre protesi di altre aziende; possono avere una durata media sulla rottura, inferiore, perciò rompendosi, questo silicone, che non è di tipo medico ma è di tipo industriale, potrebbe creare dei fenomeni irritativi alla mammella, infiammazione alla mammella e ai linfonodi ascellari. Si è trattato di un allarme improprio lanciato dai mezzi di comunicazione, i dati riferiti dal Ministero della Salute hanno escluso categoricamente qualunque tipo di malattia grave al seno, al massimo ci può essere una rottura della protesi ed, eventualmente, uno stato infiammatorio della mammella.
Cosa consiglia di fare alle donne che hanno scoperto di avere una protesi Pip?
In questi casi si seguono dei protocolli che sono stati individuati dal Ministero della Salute e che sono rappresentati dalla necessità di monitorare le pazienti con una visita clinica attraverso la quale si effettua un controllo ecografico, una risonanza magnetica, per stabilire l'integrità della protesi. Se la protesi è rotta va cambiata, viceversa se è integra ci si può limitare ad un'osservazione periodica della paziente. Se questo, però, dovesse determinare, in alcuni tipi di pazienti, uno stato ansioso, c’è la possibilità della sostituzione della protesi ma non è obbligatoria la sostituzione della protesi a tutte le pazienti. In base ai dettami del Ministero della Salute solamente se ci sono segni di invecchiamento o di rottura o parziale lesione della protesi è obbligatoria la sostituzione.
Quali sono le regole dalle quali non si deve mai prescindere quando una donna decide di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica per aumentare il seno?
Innanzitutto è importante rivolgersi a professionisti consolidati e qualificati del settore; informarsi del tipo di intervento e del tipo di protesi che verranno usate, richiedere che questi interventi vengano effettuati in un regime di tracciabilità: alcune pazienti con protesti Pip hanno raccontato che erano state operate in ambulatori privati senza una cartella clinica, senza sapere che protesi erano state impiantate. Perciò è necessario rivolgersi a professionisti consolidarti, in strutture accreditate, chiedere sempre la tipologia di protesi che vengono inserite, con la possibilità di rintracciarle, cioè avere le indicazioni relative al cartellino di identificazione, numero di lotto e di serie e avere la garanzia della tracciabilità dei prodotti impiantati.
Ci illustra il sevizio svolto dall'Ambulatorio SOS protesi attivo presso l'Ospedale Pellegrini di Napoli?
L'ambulatorio è completamente gratuito per le donne che vogliono avere informazioni sulle protesi impiantate. Previa prenotazione telefonica è possibile essere visitate e seguire un percorso diagnostico che consente di eseguire ecografia e risonanza magnetica in tempi relativamente brevi. Il Sistema Sanitario Nazionale al momento garantisce solo l'espianto delle protesi senza poterle sostituire, si è parlato anche della possibilità di sostituirle ma per il momento non abbiamo avuto alcuna disposizione in merito. La sostituzione a carico del Sistema Sanitario Nazionale può essere effettuata solo nelle pazienti che hanno fatto la ricostruzione del seno con protesi Pip, in ambito pubblico o privato, per motivi legati al cancro.