Sentiamo spesso parlare di additivi e conservanti nei prodotti alimentari e dei possibili rischi per la salute. Ma quanto c’è di vero e come è possibile difendersi dai pericoli?
L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro - AIRC ha fatto il punto sulla questione ed ecco quali sono le conclusioni a cui è giunta. La maggior parte degli additivi è composta da sostanze innocue, come Vitamine (ad esempio la vitamina C, ascorbato), antiossidanti naturali come licopene e antocianine, amminoacidi o addensanti come la pectina.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha autorizzato l’impiego in ambito alimentare di circa tremila molecole che in gran parte vengono usate proprio in ambito alimentare. In Europa, gli additivi vengono autorizzati dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e gli additivi autorizzati sono identificati dalla lettera E seguita da un numero.
Gli additivi autorizzati, dunque, non sono pericolosi per la salute. L’unica eccezione riguarda i nitrati e i nitriti che vengono aggiunti alle carni lavorate e agli insaccati come conservanti (sono molto efficaci per prevenire la formazione del batterio Clostridium botulinum responsabile del botulismo) e che possono subire alcune modificazioni (ad esempio in fase di cottura) che li convertono in sostanze cancerogene, come le N-nitrosammine.
Infatti l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i nitrati e i Nitriti ingeriti nell’elenco delle sostanze “probabilmente cancerogene per gli esseri umani” e l’Italia ha fissato come limite massimo di nitrito ammissibile 150 milligrammi per chilogrammo di prodotto alimentare.
Per questa ragione, spiegano gli esperti dell’AIRC, è consigliabile limitare il consumo di carne e insaccati in favore di una maggiore quantità di frutta e verdura che contengono sostanze capaci di inibire la formazione delle nitrosammine, come gli antiossidanti e vitamine.