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Anziani sempre più longevi e in buona salute

Anziani sempre più longevi e in buona salute

L'aspettativa di vita è aumentata in modo significato. Gli anziani vivono bene e più a lungo, garantendo un sostegno alle giovani famiglie.

Solo qualche settimana fa un’indagine commissionata all'IRES dallo Spi-Cgil rivelava che i nonni sono oggi un autentico pilastro della società e che le giovani famiglie risparmiano denaro, energie e tempo grazie alla presenza e al sostegno di nonni sani e longevi.

L’indagine chiariva che in Italia vivono circa 6.911.000 di nonni, 5.948.000 dei quali si prendono cura dei nipoti in modi e tempi diversi. Da un rapido calcolo gli esperti hanno, quindi, quantificato in una cifra compresa tra 495.600.000 euro e i 1.321.600.000 il risparmio annuo che l’opera dei nonni garantisce alle famiglie.

L’assunto da cui parte l’indagine voluta dall’IRES è chiaro: il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione anziana permette a questi nonni di lavorare più a lungo, essere attivi e diventare una autentico sostegno per i figli.

Non c’è dubbio che l’aspettativa di vita sia aumentata in maniera significativa negli ultimi anni. Oggi in Italia un uomo può sperare di vivere in buon salute fino a 75 anni e mezzo e le donne possono anche arrivare a 82 anni. In dieci anni l’aspettativa di vita è aumentata addirittura di tre anni, merito delle campagne di prevenzione e sensibilizzazione, dei progressi in medicina che permettono di intervenire tempestivamente per curare una Patologia o di migliorare la qualità della vita di pazienti affetti da malattie croniche.

Di longevità e salute si parlerà al CNR di Roma, il 7 e 8 giugno prossimi, in occasione di un workshop promosso dal giornale telematico Telemeditalia.

Il tema della due giorni è 'L’invecchiamento e la salute'  prevenzione, cure, tecnologie, servizi programmi e progetti a beneficio di anziani e longevi. L’evento ha la finalità di offrire una panoramica sull’attuale situazione italiana e sui servizi e l’assistenza destinati alla popolazione anziana.

Numerose le voci che si succederanno per riflettere sull’uso delle Gerontecnologie, le tecnologie sanitarie ed assistenziali per anziani e longevi come, ad esempio, i dispositivi salva-vita o gli strumenti per rendere più sicura una casa, e anche per valutare i servizi e le prestazioni che possono essere inseriti nei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Il workshop sarà anche un’occasione per lanciare la proposta di istituire un Osservatorio Permanente sulla condizione dell’anziano in Italia per offrire spunti per presentare progetti e iniziative mirate.

 

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre 2015
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Silvana Maggi
Dr. Silvana Maggi

Con questo workshop sulle condizioni dell’anziano in Italia ci si propone di fornire un quadro dettagliato dell'invecchiamento della popolazione, sia in termini di analisi socio-demografica che di epidemiologia delle principali malattie cronico-degenerative, per arrivare a proposte operative nel settore della prevenzione e dell’assistenza socio-sanitaria all’anziano.

L’obiettivo finale è quello di fornire, sia agli amministratori che ai gestori della sanità, precisi elementi di conoscenza e a stimolare il dibattito sui problemi, le conseguenze e le esigenze di intervento politico che le attuali tendenze demografiche pongono in maniera sempre più pressante.

Il problema da affrontare in maniera strategica riguarda il mancato adattamento della società alle modifiche strutturali dirette e indirette che l’invecchiamento della popolazione comporta. Troppo spesso l'invecchiamento è stato trattato alla luce di stereotipi e luoghi comuni: l'anziano è un soggetto debole, da assistere, bisognoso in senso lato, un soggetto a cui "dare", un soggetto che assorbe risorse dalla società.

In effetti l'anziano che rispecchia questi stereotipi non è certo il sessantenne, né il settantenne e, spesso, nemmeno l’ottantenne dei nostri giorni: tali tratti riguardano “gli anziani fragili”, nei quali si manifestano pesantemente le patologie e le condizioni debilitanti e invalidanti, ma che non necessariamente accompagnano la longevità dei nostri anziani di oggi.

In generale, uno dei principali problemi associati all'invecchiamento riguarda la capacità di trovare efficaci e tempestivi adeguamenti della struttura sociale ed economica all'accresciuto peso assoluto e relativo della popolazione anziana, ed in particolare di quella ultraottantenne, dei cosiddetti "grandi vecchi".

La longevità, infatti, della nostra popolazione è un fenomeno molto marcato e rapido, e le stime nazionali suggeriscono che nei prossimi 20 anni la popolazione ultraottantenne raddoppierà e i centenari si decuplicheranno. Gli aspetti della pianificazione sociale e sanitaria per la popolazione anziana vanno affrontati in maniera attenta e globale, con azioni politiche che devono necessariamente essere precise e lungimiranti.

Le trasformazioni demografiche agiscono, infatti, in modo lento e silenzioso. Non è facile individuare tutti gli strumenti necessari per mettere in atto le risposte politiche ed organizzative necessarie ed il problema è reso ancora più difficile dalle straordinarie differenze territoriali esistenti tra regione e regione e, all'interno della stessa regione, tra le diverse Unità socio-sanitarie territoriali.

Da questo quadro si evince come il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione sia ormai giunto a livelli tali da meritare senza ulteriori indugi una attenzione strategica operativa. Un primo passo in direzione di una ottimizzazione dei dell’organizzazione dei servizi, sarebbe quello di favorire la costituzione di una struttura nazionale di analisi e di studio del fenomeno dell’invecchiamento, alla luce delle più moderne conoscenze scientifiche in campo geriatrico e gerontologico.

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