Il dilemma per chi ama la tintarella è sempre lo stesso. È preferibile esporsi con prudenza al sole o utilizzare piccoli trucchi che potrebbero, però, causare problemi alla pelle?
Da anni gli autoabbronzanti sono utilizzati da modelle, attrici ed attori per essere sempre impeccabili. Gli autoabbronzanti sono più economici di un ciclo di lampade, più veloci dell’abbronzatura naturale, e permettono di ottenere, dopo sole due ore dalla loro applicazione, il colorito desiderato. L’utilizzo della crema delle meraviglie è, per questo motivo, diffusissimo: nel 2007 l’UNIPRO, l’Associazione italiana delle imprese cosmetiche, ha calcolato che la vendita di solari e autoabbronzanti si è aggirata intorno ai 343 milioni, per un aumento delle vendite del 7,1%.
La sostanza-chiave nel processo autoabbronzante è il diidrossiacetone (DHA), un carboidrato privo di elementi tossici che, interagendo con le proteine presenti nell’epidermide, conferisce il caratteristico colore ‘ambrato-abbronzato’; il colore omogeneo è, invece, assicurato dal DHA-Eritrulosio, che protegge dal colorito ‘a tinte differenti’. Ovviamente il risultato varia da persona a persona: la tintarella ottenuta dipende soprattutto dal pH del soggetto, dall’Alimentazione e dalla temperatura.
Ma come si usano gli autoabbronzanti? Si applicano sulla pelle, preferibilmente pulita e idratata, e si spalmano a piccole dosi sull’area interessata (evitando la zona intorno alle sopracciglia e vicino ai capelli). Dopo un paio d’ore si potrà sfoggiare un’invidiabile tintarella. L’effetto dura circa cinque giorni, ma per mantenere l’abbronzatura è preferibile ripetere il trattamento prima che il colore svanisca del tutto.
Ma gli autoabbronzanti sono sicuri o rischiano di causare danni alla pelle? Proprio qualche giorno fa uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology ha messo in dubbio la sicurezza dei prodotti autoabbronzanti perché fino ad oggi pochissime ricerche scientifiche hanno indagato sui loro effetti. Quel che è certo è che gli autoabbronzanti non contengono protezione solare. Quella che si conquista non è la classica abbronzatura ottenuta grazie alla produzione di Melanina e non prepara effettivamente la pelle alle esposizioni al sole.
In sostanza, però, gli autoabbronzanti non sembrano comportare seri rischi per chi li utilizza: le molecole in essi contenute agiscono prevalentemente sulle cellule morte; inoltre, le creme di ultima generazione non ungono, non macchiano, idratano la pelle e costano anche meno rispetto a qualche anno fa.
I benefici delle creme autoabbronzanti, inoltre, possono risultare evidenti se si devono correggere piccole imperfezioni della pelle o se all’autoabbronzante si preferirebbe una lampada UV che danneggia l’epidermide.
Insomma: via libera alle creme autoabbronzanti, ma bastano a sostituire una giornata di relax in spiaggia?