Si chiama 'camera della rabbia' ed è attiva a Forlì dal 2013. Cos’è? Un locale – ne esiste un altro anche a Sofia in Bulgaria e sta per essere lanciato un progetto di franchising – dove sfogare le tensioni negative accumulate durante la giornata frantumando bicchieri e stoviglie e qualsiasi altra cosa capiti a tiro.
Ecco come funziona: il cliente si iscrive telefonicamente o attraverso e-mail, Facebook o Twitter e può scegliere fra tre diversi pacchetti: 10 minuti (15 euro), 20 minuti (25 euro), 40 minuti (35 euro). A seconda della durata del pacchetto selezionato, aumentano il numero e la varietà di oggetti da distruggere presenti nella camera e per chi sceglie i 40 minuti è anche previsto un dvd con la ripresa della demolizione.
Prima di entrare nella stanza il cliente deve indossare tuta bianca, protezioni per le ginocchia e i gomiti, guanti ed uno speciale caschetto integrale mentre nella camera - dove le pareti sono rivestite di lamiera per evitare danni ai muri – troverà già pronti per essere distrutti tavoli, sedie, bicchieri, piatti e porcellane varie.
L’arma di distruzione? Una mazza da baseball o una mazza in ferro da 4 chili. E sono accettate anche richieste specifiche come ricreare il proprio ambiente di lavoro o inserire la foto di qualcuno poco gradito.
Ma esistono anche delle regole: è vietato entrare sotto effetto di alcolici e stupefacenti, rompere gli oggetti che si indossano o spaccarli con calci, pugni e colpi di testa. Ed è vietato l'ingresso ai minorenni, alle donne in gravidanza e a chi ha avuto di recente INTERVENTI chirurgici. A frequentare la 'camera della rabbia' sono prevalentemente persone fra i 20 e i 40 anni, di ogni estrazione sociale, soprattutto la sera e nel fine settimana e circa il 60% della clientela è di sesso femminile.