Sudore, tremore, balbettio della voce, rossore al viso, a volte perfino svenimenti. Qualcuno la chiama
Per qualcun altro, invece, non si tratta di semplice timidezza, ma di un’autentica difficoltà a rapportarsi con gli altri e a vivere determinate situazioni che ha pesanti ripercussioni sul proprio benessere emotivo. I tecnici la chiamano iperemotività e affligge i protagonisti di un recente film francese chiamato 'Emotivi anonimi'.
I due protagonisti soffrono di questa timidezza estrema che compromette la vita personale con svenimenti, tremori improvvisi, sudorazioni eccessive, tachicardia e altri spiacevoli sintomi. Non si tratta di una condizione da sottovalutare. Il raggiungimento del benessere emotivo è una delle grandi sfide dell’uomo moderno - preso tra
Lo stesso regista del film, Jean-Pierre Améris, ha ammesso di averne frequentato uno fino ad un paio di anni fa. I gruppi si chiamano proprio Emotivi Anonimi e, alla stessa stregua degli Alcolisti Anonimi, offrono supporto e sostegno a chi soffre di timidezza acuta e impossibile e uno spazio di condivisione per cercare di risolvere il problema.
Il regista racconta di aver ricevuto, dopo la distribuzione del film, decine di lettere da parte di persone che si riconoscevano nel profilo degli Emotivi Anonimi, costretti a vivere tra enormi difficoltà in “una società ossessionata dalla prestazione, nella quale bisogna essere sempre primi, nel sesso, nel lavoro, con gli amici” e dove si rischia di restare schiacciati da modelli inarrivabili e lontani dalla propria natura più autentica, stretti in uno stato di perenne tensione emotiva che non porta necessariamente alla
Ma come operano i gruppi di sostegno per Emotivi Anonimi? Gli emotivi anonimi si incontrano una volta alla settimana e condividono sentimenti, paure e racconti di vita, con lo scopo di imparare a convivere con le proprie emozioni e trovare un equilibrio della propria sfera emotiva. Il programma, nato negli Stati Uniti nel 1971 e sbarcato in Europa otto anni dopo, è articolato in dodici passi e lascia spazio libero alle personali convinzioni religiose e spirituali, rispettando la privacy e permettendo a ciascun partecipante di misurarsi con se stesso e con gli altri in un confronto che ha il sapore della condivisione.