Si chiama 'egocentrismo emotivo' ed è un aspetto del comportamento umano che in qualche modo viene arginato dal cervello stesso. A fotografare il fenomeno è stata la studiosa Tania Singer, del Max Planck Institute di Leipzig, in una ricerca – alla quale ha partecipato anche l’italiana Giorgia Silani della Sissa di Trieste - che è partita dall’assunto che l’
Quando ci relazioniamo agli altri inevitabilmente il nostro umore Influenza la percezione che abbiamo dell’altro e del suo stato emotivo. Un errore che può portare ai cosiddetti 'BIAS egocentrici emotivi', che ci spingono a non vedere come sta effettivamente l’altro e a proiettare su di lui i nostri stati d’animo.
Per cercare di frenare questi errori di valutazione il cervello mette in atto dei precisi meccanismi che sono stati svelati grazie a questo studio, apparso su The Journal of Neuroscience, con delle risonanze magnetiche funzionali e una stimolazione magnetica transcranica.
Grazie a questi studi è stato possibile individuare chiaramente nel giro supramarginale destro, (ubicato dell’area parieto-temporale) la zona del cervello che riesce a frenare l’egocentrismo emotivo. Gli scienziati hanno coinvolto alcuni soggetti che hanno vissuto sensazioni piacevoli o spiacevoli attraverso stimoli visivi o tattili e che hanno dovuto cercare di interpretare le emozioni provate dagli altri.
Nel contempo i ricercatori hanno eseguito una risonanza magnetica per individuare i meccanismi che stanno alla base di un errore di valutazione dello stato d’animo dell’altro. I ricercatori hanno interferito con il normale funzionamento giro supramarginale destro con delle stimolazioni magnetiche transcraniche e hanno osservato che in tal modo aumentava la probabilità che il soggetto commettesse degli errori di valutazioni e delle distorsioni egocentriche. Il che conferma il ruolo importante svolto da questa precisa area del cervello nel frenare i meccanismi di egocentrismo.