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Fascicolo Sanitario Elettronico: a che punto siamo?

Fascicolo Sanitario Elettronico: a che punto siamo?

Il Fascicolo Sanitario Elettronico, già diffuso in molte regioni, segna una vera rivoluzione digitale nel rapporto tra medico e paziente.

Fascicolo sanitario elettronico (Fse): entro la fine del mese di giugno tutte le regioni italiane e le Province Autonome dovranno aver preparato il piano per mettere in pratica la gestione elettronica dei documenti sanitari dei cittadini. La scadenza affinché tutto diventi realtà è il 30 giugno del 2015.

Le indicazioni per mettere in atto questa rivoluzione digitale sono contenute nelle Linee guida per la predisposizione dei progetti regionali pubblicate lo scorso marzo, ma al di là delle direttive di base alcune regioni sono più avanti di altre ed hanno personalizzato la loro proposta digitale invogliando i cittadini a fare un grande utilizzo del fascicolo sanitario elettronico.

È ciò che sta accadendo in Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino, Toscana, Veneto, Sardegna dove non solo il Fse si è già diffuso ma è diventato uno strumento prezioso per stimolare il cittadino ad essere parte attiva nel suo processo di cura.

Quello del Trentino è un esempio di eccellenza in tal senso. Nella Regione, grazie all’attivazione di un sito Internet dedicato, l’adesione al Fse ha toccato quota 93% e questo risultato è stato reso possibile grazie alla possibilità offerta agli utenti di inserire in un proprio taccuino sanitario personale dati anagrafici, documenti sanitari, diario degli appuntamenti importanti e date per le visite mediche.

Insomma, nella prospettiva di cambiare in modo profondo la natura stessa del rapporto tra medico e paziente e di coinvolgere in maniera diretta il cittadino nel suo percorso diagnostico e terapeutico, il Fascicolo Sanitario Elettronico trentino consente di avere accesso alla documentazione clinica, di creare un vero e proprio diario della salute, di avere un canale di comunicazione con il medico e le strutture sanitarie, nonché di pagare le prestazioni e i ticket online e consultare le ricette.

Non solo, secondo i dati presentati in occasione di un convegno organizzato dalla Fondazione Bruno Kessler a Trento, quasi tutti i medici di famiglia sono stati direttamente coinvolti nel progetto con 482mila ricette elettroniche, circa 250mila referti visualizzati e circa 600mila accessi alla home page.

Ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2015
2 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Enzo Brizio
Dr. Enzo Brizio
Medico di Medicina generale

In alcune regioni italiane è già divenuto una realtà operativa il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), ma forse non è ancora chiaro in che cosa realmente consista e quale sia la sua importanza innovativa. Il Ministero della Sanità afferma che l'obiettivo del FSE è quello di fornire una visione globale dello stato di salute di ogni singolo cittadino, mediante l'aggregazione di tutte le informazioni relative alla salute in un unico archivio elettronico consultabile, oltre che dal cittadino stesso, dai medici che lo assumono in cura.

Quali sono queste informazioni raggruppate nel FSE? Praticamente tutta la storia clinica del paziente, comprendente le visite generalistiche e specialistiche, gli accertamenti eseguiti, le prescrizioni farmaceutiche, le prestazioni assistenziali, i ricoveri ospedalieri, gli accessi al Pronto Soccorso, l'utilizzo dell'assistenza infermieristica territoriale; insomma tutta quanta la vita medica della persona, non solamente nel suo rapporto con il medico curante ma nel coinvolgimento di tutto quanto il sistema sanitario nazionale.

Il protagonista del FSE è il singolo cittadino, e la durata intera della sua vita rappresenta il periodo di tempo su cui il FSE opera. Questa mole di dati, che può in taluni casi divenire veramente notevole, viene organizzata in dossier specifici per argomento: uno di questi, fondamentale nella sua praticità, è definito con termine anglofilo Patient Summary e non è altro che un 'riassunto', breve ma esaustivo, dell'intero FSE, creato per rendere più agevole la conoscenza del paziente stesso da parte di eventuali altri sanitari che ne assumano la cura.

Un secondo dossier fondamentale è quello relativo alle prescrizioni farmaceutiche, che viene aggiornato da parte del farmacista dispensatore ad ogni consegna di farmaci: con una visione di questo dossier vengono quindi messe in evidenza le prescrizioni effettuate, le eventuali allergie farmacologiche, le intolleranze, gli effetti collaterali subiti, le interazioni tra farmaci utilizzati e le controindicazioni, per non parlare della registrazione del consenso (o del diniego) alla donazione degli organi. Per la costruzione di questo 'edificio' sanitario virtuale è ovviamente necessaria l'implementazione dei sistemi anagrafici (sia dei medici sia degli assistiti) e degli altri sistemi informatici.

La sinergia di tutte le componenti elettroniche, infatti, permetterà di sfruttare le potenzialità della sanità in rete realizzando un ventaglio di servizi in grado di incidere in maniera significativa sull’efficacia dell’assistenza in termini di appropriatezza clinica ed organizzativa oltre che sull’efficienza dei processi. Quindi, in sostanza, il FSE non è altro che un mezzo moderno per inserire il paziente in una rete informatica in grado di evidenziare ogni più piccolo componente della sua storia personale sanitaria, rendendo più efficiente la sua assistenza.

Ovviamente, più attori afferiscono al FSE e maggiore sarà la sua efficacia. Per il momento, da un'indagine del Ministero della Sanità emerge una copertura nelle diverse Regioni del 71% per quanto riguarda i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, del 67% per altri medici del SSN, del 29% per gli Infermieri e del 5% per i Farmacisti.

Sul versante delle prestazioni gestite tramite FSE si evidenzia una percentuale del 52% per le prestazioni specialistiche ed ospedaliere, del 33% per le prestazioni farmaceutiche, del 24% per le prestazioni di pronto soccorso. È stato infine istituito presso il Ministero della Salute un tavolo di concertazione con il compito di emanare un decreto che definirà i contenuti del FSE, i limiti di responsabilità, i compiti dei soggetti che concorrono alla sua implementazione, i sistemi di codifica dei dati, le garanzie e le misure di sicurezza da adottare nel trattamento dei dati personali, le modalità ed i livelli diversificati di accesso al FSE, la definizione e le relative modalità di attribuzione di un codice identificativo univoco dell'assistito che ne consenta l'identificazione diretta, i criteri per l'interoperabilità del FSE a livello regionale, nazionale ed europeo, nel rispetto delle regole tecniche del sistema pubblico di connettività. Insomma, un grande ed importante passo è stato fatto sulla strada del miglioramento dell'assistenza, strada che non costituisce più una difficoltosa salita ma che anzi fa intravedere soluzioni gestionali ottimali e realizzabili.

Ma occorre anche notare gli aspetti critici di questo ambizioso progetto: l'Italia non è un paese degli Emirati Arabi, e le sue risorse sono estremamente limitate. Per costruire un castello informatico di questa dimensione occorre sfruttare gli attori che già agiscono nella sanità, in primis medici e farmacisti, avendo però ben presente che i loro impegni sono già talmente numerosi che difficilmente riusciranno a ritagliare il tempo necessario per realizzare questa progettualità senza un riconoscimento economico. In alcune Regioni l'inizio della sperimentazione è stato posticipato, mentre i sindacati medici si battono per ottenere la giusta ricompensa per la mole di lavoro aggiuntivo che il FSE comporterà. Siamo quindi al momento in cui la coperta, già decisamente non estesa, viene stirata da tutte le parti per cercare di coprire un letto sempre più grande: come andrà a finire lo dirà il tempo, sperando che un'idea nata per migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria non naufraghi per mancanza di fondi.

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