Una dieta a basso apporto calorico per dimagrire ad ogni costo? Non è necessariamente la scelta più corretta. Sono giunti a questa conclusione alcuni studiosi dell’Università La Sapienza di Roma che hanno analizzato i diari alimentari di 120 persone che seguivano regimi alimentari diversi, da quello vegano a quello onnivoro, e con un peso corporeo variabile tra normopeso e obeso.
È emerso che i vegani assumevano circa 1970 calorie al giorno e avevano un indice di massa corporea di 23,6; i latto-ovo-vegetariani assumevano 2.174 calorie e avevano un BMI di 22,9; i magri onnivori assumevano circa 2.020 calorie quotidiane con un BMI 23,69; mentre gli obesi onnivori introducevano circa 2.140 calorie e avevano un BMI di 37,9.
Tutti i volontari facevano la stessa quantità di esercizio fisico. I dati mostrano, dunque, che l’apporto calorico non è un dato sufficiente per stabilire se il regime alimentare seguito possa portare all’
E allora i ricercatori sono andati oltre e hanno cercato di mettere a punto una formula per ottenere un ideale di pasto perfetto.
Il risultato si chiama IQD – indice di qualità della dieta – che tiene conto non tanto della quantità di calorie quanto della diversificazione della dieta (si ottiene moltiplicando l’apporto di glucidi – cioè di Carboidrati e Zuccheri non integrali – per quello di acidi grassi saturi e dividendo per la quantità di fibre, cioè cereali integrali, verdure e frutta).
Ciò vuol dire che due alimenti, a parità di apporto calorico, possono sortire effetti ben diversi e di conseguenza due persone onnivore che assumono la stessa quantità di calorie possono avere un peso corporeo molto diverso, a causa della differente composizione dei cibi nella dieta (ad esempio uno assume per lo più formaggi e carne, un altro inserisce regolarmente nella dieta fibre e cibi magri).
E allora il segreto è bilanciare correttamente la quantità di grassi saturi con le fibre, spiega Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia e direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia, Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza, nel corso dell’ultimo congresso della Società Italiana dell’Obesità.