Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
La violenza sulle donne è un'urgente priorità di salute pubblica

La violenza sulle donne è un'urgente priorità di salute pubblica

La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne stimola una riflessione su questa piaga che influenza la vita sociale e personale.

La violenza contro le donne sta assumendo proporzioni enormi e non è solo un allarmante fenomeno relegato in qualche lontano Paese in via di sviluppo, ma un’emergenza che riempie troppo spesso le pagine di cronaca dei giornali italiani ed europei.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato per il 25 novembre una Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi e le organizzazioni internazionali ad organizzare e promuovere attività finalizzate a sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema così attuale, ma anche per ricordare che sono ancora tante le donne che nel mondo sono vittime di violenza nelle società in cui vivono.

In occasione della Giornata Internazionale, Amnesty International lancia la campagna 'Io sono la voce' per chiedere di donare, tramite un sms al numero 45509, 2 euro per sostenere la causa delle tante donne di cui nel mondo vengono violati i diritti ogni giorno. Ma la violenza sulle donne non rappresenta solo un preoccupante fenomeno di natura culturale e sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la violenza sulle donne “un’urgente priorità di salute pubblica”.

I dati più recenti confermano che la violenza sulle donne è, nella maggior parte dei casi, perpetrata in ambito familiare e ha pesanti ripercussioni sulla salute della donna, nonché sul suo stato di benessere psicologico.

Le conseguenze della violenza sulle donne non si limitano a causare danni alla salute della vittima, ma si ripercuotono anche sui figli, sui familiari più stretti e in generale sulla società dal momento che l’impatto sulla mortalità e sulla morbidità della popolazione è molto significativo. Basti pensare che in alcuni Paesi, come il Messico, la violenza sulle donne rappresenta la terza causa di mortalità e morbidità.

Gli studi hanno mostrato che la violenza è un'importante causa di morbidità per malattie mentali, fisiche, sessuali e riproduttive; nonché rappresenta un Fattore di rischio per fumo, alcolismo, abuso di stupefacenti, ipertensione, sesso non protetto e scarsa attenzione in generale alla propria salute. Inoltre la violenza durante la gravidanza è strettamente connessa all’aumento del rischio di aborti spontanei, parti prematuri, basso peso del nascituro.

Ultimo aggiornamento: 21 Novembre 2017
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Silvia Garozzo
Dr.ssa Silvia Garozzo
Specialista in Psicologia clinica e Psicoterapia

Soffermiamoci a parlare più approfonditamente delle conseguenze a livello individuale di una violenza. La violenza è per una donna un trauma importantissimo. Viene valicato uno dei confini più intimi, si sente minacciata la propria stessa sopravvivenza.

Un atto, quello sessuale, al quale prima di questo evento venivano attribuiti una serie di significati in genere piacevoli e positivi, viene sconvolto nella sua essenza, colorato di violenza, prevaricazione, terrore. La donna stessa può, durante la violenza, sentirsi totalmente atterrita ed incapace di reagire. Si può paralizzare e addirittura vivere esperienze di depersonalizzazione per difendere la propria psiche dalla possibilità di impazzire.

A seguito di un tale stravolgimento ovviamente è facile (direi inevitabile) sviluppare un disturbo post traumatico da stress come minimo. Come può e deve essere aiutata una donna che ha vissuto una simile esperienza?

La necessità è quella di elaborare l’esperienza subita in tutte le sue dolorosissime sfaccettature, di riuscire riraccontandola ad una persona esperta, calda, accogliente e capace (e che non si spaventi) a collocarla ed integrarla nella propria vita psichica, nella propria storia di vita. A potersela, infine, lasciare alle spalle e ricominciare a vivere.

È un procedimento molto simile all’elaborazione di un lutto. In cui se si nega quanto accaduto le nostre emozioni rischiano di trasformarsi in sintomi e di non darci pace, si avverte invece il profondo bisogno di piangere per quanto ci è accaduto, insieme a qualcuno che sappia contenere un tale dolore.

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali