Numerosi studi hanno dimostrato che credere in una religione ha benefici effetti sulla salute. A confermare questa teoria è anche un recente studio condotto dall’Università del Missouri che ha indagato sul legame tra spiritualità e benessere e ha concluso che i fedeli di qualsiasi religione sono maggiormente predisposti a rapporti sociali, ad essere estroversi e sono anche meno inclini a soffrire di una qualche nevrosi.
Come spiega il coordinatore della ricerca, Dan Cohen, sul Journal of Religion and Health lo studio ha preso in considerazione diversi gruppi di fedeli (cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, buddisti) e ha concluso che le persone con una spiritualità maggiormente accentuata reagiscono meglio alle malattie e soffrono di minori livelli di
Ciò indipendentemente dalla frequenza di partecipazione alle funzioni religiose. Tra tutte le pratiche spirituali quella del perdono sembra essere quella che maggiormente migliorerebbe il benessere mentale. Cohen ha già indagato sulla questione qualche anno fa, quando scoprì che per i pazienti malati di malattie serie come
Ma se avere fede può aiutare a sentirsi meglio e a gestire con maggiore forza le difficoltà della vita, cosa accade a chi invece la fede la perde? Qualche anno fa una ricerca dell’Università della Pennsylvania scoprì che il 40% delle persone appartenenti a un gruppo religioso dichiarava di sentirsi in ottima salute, contro il 25% di quelli che avevano abbandonato una religione per abbracciarne un’altra e il 20% di quelli che avevano perso ogni tipo di fede religiosa.
Quindi, se da un lato lo studio della Penn University confermava che l’appartenenza a un gruppo religioso migliorava lo stato di salute psicofisica complessivo, dall’altro suggeriva che perdere la fede o addirittura abbandonare la religione tradizionale per abbracciarne un’altra avrebbe significative ripercussioni sul benessere di un individuo.