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Sconfiggere il cancro si può: anche grazie al web

Sconfiggere il cancro si può: anche grazie al web

Sempre più spesso il web diventa canale di informazione, condivisione e dialogo per i pazienti malati di cancro.

Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Una diagnosi precoce è l’arma migliore ma spesso questa è impossibile, perché le donne non sono adeguatamente informate.

Il web diventa allora un importante luogo di approfondimento, di notizie, ma anche di sostegno ed ascolto. La rete, attraverso blog, siti e social network riesce a fare informazione e al contempo ad istituire gruppi di auto-aiuto. Spesso, come è già capitato in passato, serve anche ad individuare le giuste terapie.

Adriana è una donna di 36 anni, mamma di un bimbo piccolino che ha scoperto di avere un Tumore al seno tre anni fa, appena smesso di allattare.

Ha sentito un nodulo, ma per almeno 9 mesi ha trascurato questo sintomo. Poi la Diagnosi e la reazione.

Ho sentito subito una grande forza interiore ed il desiderio di fare qualcosa, di comunicare, di condividere le mie sensazioni. Così dopo poco è nato il primo sito internet: Voglio un mondo rosa shocking (Breast Cancer Awareness)”.

Qui Adriana ha messo tante informazioni, video esplicativi, il suo coraggio, la sua testimonianza e...anche la sua verve: “Scoperta la malattia una mia amica mi ha suggerito un libro: 'Cancer Vixen', la storia di una donna colpita da un tumore e raccontata a fumetti. Negli Stati Uniti, per un certo tempo questo libro è stato anche offerto gratuitamente ai malati di tumore. Qui il Cancro è personificato e lo si può vedere arrabbiato mentre i farmaci e la radioterapia lo attaccano. Un’ironia che da forza: quello doveva essere lo stile del sito, un modo di intendere la vita che comunque faceva parte del mio carattere”.

Il sito internet è servito ad Adriana per affrontare la malattia, reagire, pur facendo finta di niente. Per due anni. Poi il crollo è arrivato. È stato normale, fisiologico, ma momentaneo.

L’impegno intrapreso su internet le aveva dato tante consapevolezze: le sue sensazioni erano le stesse di tante donne. Quali? Di certo Adriana non ha mai avuto paura, né della malattia né della chemioterapia. Ma si è sentita abbandonata da molti presunti amici, ha sentito il peso del vuoto che le si era creato intorno. Incredibile ma vero.

Molti malati di cancro hanno riportato a lei lo stesso sentimento: la gente si allontana, proprio quando servirebbe un abbraccio. La malattia spaventa, mette a disagio, forse non si sa cosa dire, meglio scappare.

E allora il dialogo e la condivisione su internet sono diventati per lei uno scopo fondamentale. Spiegare il tumore ai lettori, non necessariamente malati, far girare le informazioni, significa rompere gli schemi e l’imbarazzo.

Ha messo on line anche le sue foto post-chemio, senza capelli. Bellissima. Una ragazza l’ha ringraziata, solo dopo averle viste ha avuto coraggio di uscire di casa e mostrarsi al mondo. Dunque non solo prevenzione nei confronti della malattia, ma anche lotta allo stigma che ne consegue, neppure si avesse una malattia altamente contagiosa.

Così il vuoto creato si è riempito e le persone care sono diventate tante di più. Numerose sono le amiche che Adriana 'sostiene': è necessario darsi forza reciproca.

Ha raccontato di una donna ammalata che le aveva confessato di voler morire: non ce la faceva più a veder soffrire per lei i piccoli figli ed i familiari tutti. È riuscita a dissuaderla, e questa è stata un’altra grande vittoria. Tanta forza l’ha ricevuta anche dalla sua amica Laura, scomparsa di recente a causa di un tumore raro. È a lei che è dedicata la nuova impresa, la pagina di Facebook  Il cancro si può sconfiggere. Un’amica che non ce l’ha fatta, ma che l’ha sempre sostenuta.

Adriana ci tiene a sottolineare: “Fino all’ultimo giorno mi ha detto di non fare finta di niente, di piangere e di gridare se ne avevo voglia, ma di non smettere mai di sperare di sconfiggere il cancro. Il tumore al seno si può combattere, c’è molta informazione. Ma non si fa ancora nulla per quelli che sono rari. È ora che la ricerca si muova in questo senso”.

Di certo lei si muove e tanto. Attraverso la rete invita alla prevenzione, ma poi scende anche in campo, come ha fatto nei giorni scorsi offrendosi volontaria presso gli stand della Race for the Cure di Napoli organizzata dalla Komen Italia.

Confessa: “è folle, ma mi trovo a ringraziare il cancro perché mi ha fatto diventare quella che sono e mi permette nel mio piccolo di aiutare tante persone che hanno bisogno”.

Adriana sta ancora combattendo la sua battaglia contro il tumore al seno, ma la guerra l'ha già vinta! Anche grazie ad internet. Ovviamente ha una sua pagina personale su Facebook, dove ci sono tante, tante informazioni utili sul cancro.
 


Per approfondire guarda anche: “Il tumore al seno“

 

Leggi anche:
L'autoesame del seno serve a prevenire il cancro mammario e consiste nell'osservazione e nella autopalpazione.
Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio 2017
5 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Silvia Garozzo
Dr.ssa Silvia Garozzo
Specialista in Psicologia clinica e Psicoterapia

Sono molto d’accordo con il contenuto di questo articolo. Il cancro è un male che colpisce, oltre che fisicamente, psicologicamente sia il malato che la sua famiglia.

I medici, gli ospedali, le equipe, poco si occupano di questi aspetti. Psicologi nei reparti di oncologia se ne trovano pochissimi ed in genere tutti alle prime armi.

Non so poi a quanto realmente servano, poiché io ritengo davvero che molto contro questo male possa fare il confronto, il sostegno tra persone che condividono il problema ed il passaggio di informazioni a chi invece è esterno a tale problema.

E quindi ben vengano blog, pagine Facebook e quant’altro sulla rete per informare, ma si pretenda però anche l’istituzione di gruppi di sostegno e di auto-aiuto obbligatori nei reparti di oncologia, per i malati e per i parenti.

Si istituisca, anche questo obbligatorio, il sostegno per i malati terminali e per le loro famiglie, presso le loro abitazioni. Internet ha un immenso potere di comunicazione, ma dobbiamo pretendere dei cambiamenti concreti, ed è il governo che deve provvedere.

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