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Settimana della Moda: escluse le forme morbide

Settimana della Moda: escluse le forme morbide

Predicare bene e razzolare male. È quello che succede sulle passerelle quando si decide di escludere le donne dalle forme morbide.

Il Manifesto Nazionale di autoregolazione della moda italiana contro l’anoressia porta la firma di Giovanna Melandri, all’epoca Ministro per le Politiche Giovanili, e dei massimi esponenti della  Camera  Nazionale della Moda.

Era il 2006 e l’obiettivo di questa iniziativa era soprattutto quello di combattere il modello di una donna anoressica in favore di un “modello di bellezza sano, solare, generoso”.

Solo l’anno scorso Elena Mirò, l’azienda di moda che produce soprattutto abiti per donne dalle forme più morbide, venne ufficialmente invitata ad aprire con la sua sfilata il calendario della Settimana della Moda. Un messaggio forte, si disse, contro i disturbi alimentari e l’Anoressia e in favore di un nuovo modello di bellezza femminile.

Eppure nel giro di poco più di qualche mese molto sembra essere cambiato visto che proprio Elena Mirò è stata esclusa dal calendario di sfilate ufficiali della Settimana della Moda che si è appena chiusa a Milano.

La nota azienda di moda ha quindi organizzato una propria sfilata fuori dal circuito ufficiale e gli abiti indossati da donne decisamente lontane dal modello imperante sulle passerelle, eppure bellissime, solari e dalle seducenti forme generose, hanno riscosso grande successo.

L’esclusione della sfilata di Elena Mirò dal calendario ufficiale è stata motivata dalla Camera della Moda con un laconico “non rappresenta il prêt-à-porter” e il presidente Mario Boselli ha liquidato la questione dicendo che “non è  in sintonia con i canoni della settimana della moda”.

Il motivo di questa esclusione resta oscuro e sembra incomprensibile se si leggono i dati relativi alla fetta di emirato composta da donne formose (35 donne italiane su 100 vestono una taglia over 48), ma non si può non pensare che alla fine, dopo tanto parlare e tante campagne informative destinate alle giovanissime, sulle passerelle italiane continuino a sfilare soltanto modelle taglia 38 e che il modello al quale le teenager attingono durante la loro crescita sia sempre quello di una magrezza ai limiti del rischio.

D’altra parte la scelta di escludere Elena Mirò e le sue modelle dalle forme generose va in controtendenza con ciò che è accaduto durante la Settimana della Moda: nel parterre VIP delle sfilate si è seduto un team di “sentinelle”, assoldato dall'Assessorato alla Salute del Comune di Milano, che ha avuto il compito di segnalare gli stilisti che portavano in passerella modelle davvero troppo magre e nel corso della Settimana lo stesso Assessore alla Salute ha lanciato l’iniziativa “Food is Fashion and Health” (il cibo è trendy e salutare) che ha visto distribuire a tutti gli operatori del settore una borsa in cotone con cibi amici della salute:  mele, grana, pasta, olio extravergine d’oliva, cioccolato.

Ma forse si tratta di ben poca cosa se si leggono i numeri relativi ai disturbi del comportamento alimentare: anoressia  e bulimia colpiscono tre milioni di persone in Italia, si stanno diffondendo anche tra over 40 e tra i bambini tra i 10 e i 14 anni ed è solo di pochi giorni fa la notizia di una sedicenne inglese che nemmeno un anno fa si era messa a dieta per togliere qualche chilo di troppo ed è morta per un attacco cardiaco, un Cuore che non reggeva più un piccolo corpo trasformato in scheletro.

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Ultimo aggiornamento: 22 Maggio 2015
4 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Silvia Garozzo
Dr.ssa Silvia Garozzo
Specialista in Psicologia clinica e Psicologia e Psicoterapia

I DCA in Italia come nel mondo occidentale tutto sono una problematica di rilievo. Tanta responsabilità ne hanno i media.

Tanta di questa proprio il mondo della moda. A mio avviso dovrebbe proprio essere vietato far sfilare donne sotto la taglia 40 e possibilmente far variare le taglie con cui sfilano i vestiti. Altrimenti non solo il mondo della moda si distanzia davvero sempre di più dal reale pret a porter, ma può andare a nutrire le fantasie di “perfezione” di certe adolescenti con un equilibrio già di per sé precario.

Non conosciamo i motivi dell’esclusione di Elena Mirò dalle sfilate, e quelli addotti sembrerebbero poco concreti. Sicuramente è importante appoggiare invece una donna ed il suo lavoro. Una donna che nonostante il mondo in cui vive dice no! E lo dice con voce forte! Lo dice rischiando pure di perdere potere, visibilità, soldi.

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