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Sids: la causa in un'anomalia nei neurotrasmettitori?

Sids: la causa in un'anomalia nei neurotrasmettitori?

Secondo alcuni studi sarebbe un'anomalia nei neurotrasmettitori la causa della Sids, la morte in culla incubo di tutti i neogenitori.

Le cause della Sindrome della Morte improvvisa del lattante restano ancora misteriose. Molto si è fatto negli ultimi anni sul fronte della prevenzione. Le attuali linee guida, infatti, danno indicazioni molto precise sui comportamenti da adottare per ridurre i rischi:

  • no al coosleeping: uno studio recente della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha concluso che dormire nel lettone insieme ai genitori aumenta fino a 5 volte il rischio di Sids.
  • Il ciuccio: è dimostrato che l’uso del ciuccio aiuta a prevenire la Sids, probabilmente perché tiene alto il livello di veglia durante il Sonno e impedisce l’ostruzione funzionale della faringe provocata dalla caduta della lingua all’indietro. Peter Weiss, vicepresidente della International Children’s Medical Research Association, ha ricordato che secondo alcuni studi condotti negli Stati Uniti l’uso del ciuccio ha ridotto il numero di casi del 60%.
  • La posizione durante il sonno: non c’è dubbio che quella supina sia la posizione più adatta. Le campagne informative condotte in tal senso negli ultimi anni hanno consentito di ridurre addirittura del 50% il numero dei casi di morte in culla. Mai mettere il bambino a pancia in giù, non coprirlo troppo e non usare il cuscino.
  • Non fumare né durante la gravidanza né in presenza del bambino.
  • Mantenere la temperatura dell’ambiente in cui il bambino dorme intorno ai 20 gradi.

E la Sids è ancora oggetto di studio per i ricercatori che sono all’instancabile ricerca delle cause che possono provocare questa sindrome. L’ultima scoperta in tal seno è stata pubblicata su Pediatrics e riguarda l’azione svolta da alcuni neurotrasmettitori.

Secondo quanto emerso dallo studio, condotto dal Boston Children's Hospital, un’anomalia nei neurotrasmettitori del bambino gli impediscono di svegliarsi quando il cervello si trova nella pericolosa condizione di ricevere scarse quantità di Ossigeno.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato campioni di cervello provenienti da 71 bambini morti a causa della Sids e hanno osservato che in tutti erano evidenti delle alterazioni nei livelli di alcuni neurotrasmettitori.

Dai recettori Gaba alla serotonina, tutti i neurotrasmettitori coinvolti giocano ruoli importanti in fondamentali processi, come la respirazione, il ritmo cardiaco, la temperatura corporea e la pressione.

Queste sostanze sono preziose perché danno un input al cervello quando si verificano condizioni rischiose (come quando il corpo raggiunge temperature troppo elevate o quando scarseggia l’apporto dell’ossigeno al cervello) e lo costringono a svegliarsi. In caso di anomalie in questi neurotrasmettitori il bambino non si sveglia.

Ultimo aggiornamento: 06 Giugno 2015
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Mohammad El Ghaith
Dr. Mohammad El Ghaith
Specialista in Pediatria e Gastroenterologia

Le attuali linee guida che danno indicazioni su come ridurre i rischi di morte improvvisa del lattante (coosleeping, il ciuccio, la posizione durante il sonno, non fumare durante la gravidanza e infine mantenere la temperatura dell'ambiente dove il bimbo dorme a 20gradi) si basano su lavori statistici.

Faccio riferimento al fatto che la causa più plausibile è dovuta ad una apnea di tipo centrale o mista che determina la perdita dello stimolo o eccesso di stimolo verso i muscoli respiratori provocando una apnea prolungata o delle apnee frequenti della durata di otto secondi - o più.

Tale forma è stata dimostrata negli adulti monitorati nel sonno durante il quale si è riscontrato aumento della frequenza cardiaca, ipossia con diminuzione della saturazione ematica e in casi gravi fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco. Concludo che la causa più accreditata è dovuta a malformazione neurologica sub corticale o neuro muscolare periferica a livello dell'albero respiratorio.

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