Se passate ore ed ore al sole, e quando vi guardate allo specchio vi trovate ancora pallidi siete con molta probabilità ‘malati’.
Il nuovo disturbo dell’estate si chiama tanoressia e colpisce soprattutto le donne tra i 16 ed i 40 anni.
Il nome rievoca la più nota malattia alimentare dell’anoressia e si caratterizza per una dipendenza psicologica al sole e per una errata percezione di sé stessi: cosi come gli anoressici si vedono sempre ‘non abbastanza magri’ anche i tanoressici si vedono ‘non abbastanza abbronzati’.
Il nome nasce dall’utilizzo della parola inglese “tan” – che si traduce proprio con tintarella – e questo tipo di Patologia si sta diffondendo sempre più tra gli italiani. Ad esserne colpite sono principalmente le donne del Nord.
Ma come si diventa tanoressici? Oltre all’aspetto meramente estetico - l’abbronzatura conferisce un colorito molto più piacevole - è dimostrato che la prolungata esposizione al sole mette di buonumore. Secondo recenti studi, infatti, esiste un legame tra buonumore, esposizione al sole e produzione di serotonina.
Il tanoressico associa il buonumore e un maggior relax all’esposizione prolungata al sole, ma subito dopo si passa alla proiezione del disturbo anche sul proprio aspetto fisico, poiché ci si vede costantemente troppo poco abbronzati.
E questo, oltre a rischi psicologici, può portare con sé anche rischi seri alla salute della pelle. Insomma, l’abbronzatura farà anche bene al corpo e alla mente, ma se non si esagera. Il rischio è quello di cadere nel tunnel della tanoressia.
A segnalare questo fenomeno è stato il dottor Matteo Cagnone, un dermatologo di Ravenna, che ha riscontrato sempre più casi di donne affette dalla Patologia.
Un nuovo problema ‘sotto il sole’; non bastavano le continue raccomandazioni dei medici sui tempi di esposizione al sole e sugli effetti che questi potevano avere sulla salute.
Ora gli amanti della tintarella devono fronteggiare un nuovo pericolo: il rischio di non vedersi abbastanza abbronzati e abbastanza belli. E il pericolo psicologico è senza dubbio più insidioso.