I progetti di telemedicina si susseguono in Italia ed i giornali spesso ne danno enfatiche notizie. Non c’è assessore alla sanità che non li esalti, come se nella sanità italiana si stesse aprendo una rivoluzionaria era clinico-tecnologica.
Peraltro, malgrado sia in funzione da tempo l’Osservatorio e-Care, sul quale vengono postati i progetti di telemedicina e lì vengono 'abbandonati', non si riescono ad avere dati precisi su quanti siano i progetti di telemedicina in atto nel nostro Paese e quanti siano stati conclusi o sospesi. Abbiamo chiesto tali dati al citato Osservatorio, che non ci ha fornito alcuna risposta.
Neppure il Ministero della Salute è in grado di avere i dati in parola, mentre ancora non si sa a quale punto si trovi il lavoro del Consiglio Superiore di Sanità nella prevista elaborazione delle linee-guida nazionali sulla telemedicina.
La sostanziale realtà è che si parla molto, ed anche a sproposito, di telemedicina ma si tratta di una realtà ampiamente frammentata, con visioni localistiche, e non certamente di servizi su vasta scala. Una realtà che rivela una volontà, allo stato attuale, di non applicare servizi di telemedicina in maniera 'sistemica' ed organica, riconoscendo finalmente l’importanza ed i benefici primari che potrebbero dare ai pazienti ed al sistema sanitario.
La 'macchia di leopardo' della telemedicina si è cronicizzata e si estende con procedure spesso arrangiate e disomogenee, con le aziende pronte a 'carpire' quali siano le realtà regionali e/o locali nelle quali riuscire a 'piazzare' taluni progetti.
C’è poi un 'buco' di rilievo che non si riesce a colmare ed è la mancanza di conoscere i costi 'chiavi in mano' di servizi e prestazioni di telemedicina. Le aziende sono reticenti, non vogliono essere trasparenti, preferiscono avere contatti con le autorità istituzionali regionali per tentare di realizzare progetti ed ottenere i finanziamenti necessari.
In materia tariffaria non vi sono indicazioni o riferimenti precisi, con la speranza che le promesse linee-guida prestino compiuta attenzione al problema dei costi, indicandone le caratteristiche e le impostazioni. Di progetti di telemedicina ne arrivano parecchi, pur se non è facile rilevare quelli che hanno una compiuta 'dignità operativa' e siano realmente innovativi nelle procedure e nelle fasi temporali.
Ed a condizione che non vengano presentati come 'progetti sperimentali' dato che la fase della sperimentazione della telemedicina si è conclusa da tempo con risultati generalmente di buon successo. E quindi non è più il caso di continuare a parlare di sperimentazioni quando i progetti sono stati ben creati e validati.