Che cosa si intende per aborto spontaneo
Per aborto si intende l'interruzione della gravidanza prima del 180mo giorno di amenorrea (25 settimane e 5 giorni), dalla data di inizio dell'ultima regolare mestruazione. È da distinguere l'aborto spontaneo, dovuto a cause naturali e senza il concorso di fattori esterni di ordine meccanico, chimico o strumentale, e l'aborto provocato, cioè dovuto all'azione di cause esterne (terapeutico).
Eziopatogenesi
Alcune delle cause dell'aborto sono note da tempo; recentemente, grazie ai più moderni mezzi diagnostici, si sono andate precisando nuove e più complesse cause di cui tratteremo in modo approfondito.
Cause ovulari-genetiche
Agiscono principalmente nel primo trimestre della gestazione, e sono le maggiori responsabili di aborto spontaneo. Gli aborti spontanei vanno visti in gran parte come un meccanismo regolatore della natura: tramite essi si ha la garanzia che la nascita di un bambino malformato costituisca un evento relativamente raro.
Alterazioni strutturali dell'apparato genitale
Possono essere congenite o acquisite e si distinguono in:
- ipoplasia uterina;
- utero subsetto o bicorne;
- sinechie;
- fibromiomi;
- retroversione fissa;
- incontinenza cervicale primitiva (rara) o secondaria ad interventi sul collo dell'utero.
La maggior parte di queste situazioni gioca un ruolo indiretto nella patogenesi dell'aborto, in quanto esse sono causa di alterata vascolarizzazione con conseguenti anomalie di impianto e di nutrizione dell'uovo.
Cause endocrine
- insufficienza luteale;
- iperandrogenismi;
- distiroidismi.
Cause placentari
- insufficiente sviluppo del trofoblasto;
- degenerazione molare o corionepiteliomatosa del trofoblasto.
Cause materne
Le cause materne generali di aborto comprendono le malattie infettive acute e croniche. Particolare menzione in tal campo merita l'appendicite, che frequentemente dà luogo all'aborto per propagazione dei germi alla parete uterina ed all'uovo. Hanno pure importanza le malattie del ricambio tra le quali il diabete, le deficienze alimentari.
Diagnostica
La diagnostica è essenzialmente ecografica. I criteri ecografici che permettono di valutare l'andamento di una gravidanza sono numerosi, ma solo alcuni sono effettivamente determinanti.
Il dosaggio della b HCG ha significato prognostico per la gravidanza fino alla 12° settimana. Un basso tasso di HCG è indice di aumentata tendenza all'aborto, mentre valori molto alti devono far sospettare una degenerazione molare o corionepiteliomatosa.
Forme cliniche
Aborto inevitabile o in atto, aborto incompleto, aborto ritenuto. L'aborto si distingue in completo quando viene espulso l'intero Prodotto del concepimento ed incompleto allorché una parte dell'uovo (di solito il feto) viene espulsa, mentre un'altra parte (di regola il corion placentare) viene ritenuta in cavità uterina.
Si parla di aborto ritenuto allorché si verifica la morte dell'uovo senza la sua espulsione dalla cavità uterina. Clinicamente le contrazioni uterine e quindi i dolori sono intensi come anche l'emorragia, soprattutto quando esiste dilatazione del collo o si reperta l'uovo già staccato.
La diagnosi si basa sull'obiettività clinica e l'ecografia. La terapia è chirurgica e consiste nella dilatazione del canale cervicale e successiva revisione della cavità uterina. In alcuni casi di aborto ritenuto è possibile indurre il travaglio.
Minaccia d'aborto
Si definisce la situazione clinica caratterizzata, in una paziente gravida, da una perdita ematica dai genitali, solitamente intermittente, non profusa, accompagnata o meno da dolori pelvici e lombosacrali. Il volume dell'utero corrisponde in genere all'epoca di amenorrea, il collo presenta le caratteristiche gravidiche, il canale cervicale è chiuso. Occorre valutare la vitalità del prodotto del concepimento mediante ecografia.
Trattamento
Minaccia d'aborto: un aspetto particolarmente delicato del problema è rappresentato dall'atteggiamento da tenere di fronte ai casi di prima minaccia d'aborto. Infatti, data la maggiore frequenza dell'eziologia genetica come causa del primo aborto spontaneo di una donna, ci si chiede se non sia preferibile lasciar evolvere naturalmente questo evento.
L'unico trattamento che, probabilmente, può avere un certo significato è quello indirizzato ad inibire le contrazioni uterine e quindi l'espulsione prematura dell'embrione. Solitamente si prescrivono:
- riposo a letto: ovviamente se il prodotto del concepimento mostra una buona vitalità, indagata con l'ecografia. Il riposo a letto indurrebbe un aumento del flusso ematico nel distretto Utero placentare ed eviterebbe le contrazioni uterine riflesse;
- progesterone naturale: da assumere secondo le indicazioni del medico;
- è importante sottolineare come l'aborto sia da considerarsi una gravidanza iniziata male e che necessariamente doveva interrompersi.
Gli aborti clinici rappresentano circa il 30% delle gravidanze e quelli biologici il 60%. Ciò sta a significare che a volte un sanguinamento, che la donna considera come una mestruazione, in realtà è un aborto del quale non avrà mai coscienza.
L'aver avuto un aborto, nella maggior parte dei casi, non ha nessuno significato per le gravidanze successive, pertanto non deve creare un'ansia ingiustificata sulla possibilità di avere un figlio. Solo in caso di aborti ripetuti sarà necessario eseguire esami atti a svelare l'esistenza di una causa.