La definizione di disturbi dell'umore è molto ampia, può spaziare dalla mania alla Depressione ed è difficile da fornire. Infatti, la variazione dell'umore, un'esperienza estremamente comune dell'essere umano, si distingue con difficoltà dalla condizione patologica. In genere, si considera patologica la condizione di sintomatologia più intensa e persistente, che condizioni negativamente la vita del soggetto. La prevalenza della depressione è stata riscontrata in soggetti di sesso femminile con maggiore Incidenza rispetto a quelli di sesso maschile. Tuttavia, è difficile una sistematizzazione complessiva dell'incidenza di questi disturbi poiché questi hanno un andamento episodico.
Quali sono i fattori di rischio
I maggiori fattori di rischio per una depressione non bipolare sono:
- sesso femminile;
- età compresa tra 35 e 45 anni;
- storia familiare di depressione e alcolismo;
- esperienze infantili in ambiente familiare negativo;
- recenti eventi negativi;
- parto nei sei mesi precedenti;
Per quanto riguarda la depressione bipolare, invece, è fattore di rischio principale quello di avere una storia familiare di disturbo bipolare. Inoltre, questo tipo di disturbo sembra essere direttamente proporzionale allo stato socio-economico.
Quali sono i sintomi più evidenti nei disturbi dell'umore?
Bisogna innanzitutto distinguere a quale disturbo ci si riferisce, poiché, sebbene i sintomi siano simili, comunque variano da un disturbo all'altro.
- Depressione maggiore (anche episodica): umore depresso, perdita di interesse e riduzione delle attività quotidiane, perdita di peso, insonnia o ipersonnia, perdita di energia, scarsa capacità di concentrazione, idee suicide. Per essere considerata patologica, questa condizione deve essere un cambiamento totale rispetto all'umore solito di quella persona.
- Distimia: sensazione di depressione prevalente per molti giorni caratterizzata da variazioni dell'appetito, disturbi del sonno, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione e riduzione delle capacità decisionali.
- Disturbo bipolare: spesso si manifesta all'inizio come ipomania e può mascherarsi come abuso di alcol o di sostanze stupefacenti o come scarso rendimento scolastico o lavorativo. Se non trattato, il disturbo tende a peggiorare e porta ad episodi di mania o depressione.
- Episodio maniacale: caratterizzato da lunga durata e forte severità, mostra sintomi quali umore elevato ed irritabile, elevata autostima, poca necessità di dormire, logorrea, iperattività, facile distraibiltà, azioni chiaramente pericolose che danno piacere.
Quali sono le cause scatenanti?
Per molto tempo si è pensato che i disturbi dell'umore fossero causati da disfunzioni neuroendocrine (le patologie della tiroide e della corteccia surrenale infatti incidono sull'andamento dell'umore). Oggi si è ritornati su questa teoria poiché sono stati presi in considerazione anche le interazioni tra i neurotrasmettitori ed il rilascio di ormoni dell'ipofisi. Accanto a questa teoria, per così dire, biologica, ne esiste un'altra, di matrice psicologica, che prende in considerazione il concetto di lutto non elaborato: il soggetto ha sperimentato un evento luttuoso (di solito la perdita dell'oggetto amato) che non è riuscito ad elaborare. Chiaramente una teoria non esclude l'altra; non dimentichiamo che, come per altre patologie psichiatriche, la depressione può essere scatenata da molteplici fattori interagenti.
Come si evolve la malattia?
I disturbi dell'umore possono cominciare in età diverse, anche se la depressione è più frequente nelle donne tra i 35 ed i 45 anni e negli uomini dopo i 45 anni. il decorso può essere episodico ed il ritardato o mancato riconoscimento della malattia può peggiorare la Prognosi.
Come vengono diagnosticati i disturbi dell'umore?
La diagnosi viene posta dallo psichiatra sulla base di colloqui con il paziente e dopo un'osservazione attenta e prolungata.
Che terapie ci sono per i disturbi dell'umore?
Solitamente vengono somministrati psicofarmaci, anche se in caso di depressioni psicotiche non sempre hanno buon esito e vanno quindi associati ai neurolettici. L'approccio psicoterapeutico può rivelarsi utile per capire lo sviluppo del disturbo e fornire sostegno; va comunque affiancato al trattamento farmacologico. Il ricovero ospedaliero, infine, può rivelarsi necessario soltanto nelle fasi più acute.
A chi rivolgersi in caso di bisogno?
Innanzitutto al medico di famiglia, soprattutto in caso di depressione, ma anche lo specialista non psichiatra può accorgersi di questi sintomi nel trattamento di altre patologie. Le forme più gravi invece vanno trattate in ambito specialistico pubblico o privato.